Tutti sognano di acquistare una casa ma il costo per questa operazione è piuttosto alto. Fino a dieci anni fa i prezzi immobiliari erano ai massimi storici. Oggi, invece, la musica sembra essere cambiata. Un dipendente pubblico con stipendio a fine 2007 di 20mila euro interessato all’acquisto di un alloggio in area periferica, dieci anni fa a Milano comprava con un’annualità di retribuzione sei metri e mezzo, contro i quasi 10 di oggi. A Roma si è passati da meno di sette e mezzo a oltre nove metri e mezzo.
I prezzi del mattore erano, quindi, insostenibili, mentre oggi sono molto più abbordabili per chi ha qualche risparmio da investire nell’acquisto di una casa. confrontando i costi medi delle case a fine 2007, a fine 2012 e a fine 2012, viene fuori che e retribuzioni nell’industria privata sono aumentate del 20,8%, dal 2012 l’incremento è stato del 6,5%. Nel pubblico il tasso di rivalutazione è stato del 9,9% nel decennio e zero nel quinquennio: l’aumento deciso a fine 2017 non è stato considerato perché fuori dall’arco temporale del confronto. Per quanto riguarda il quadro che acquista una casa semicentrale il miglioramento maggiore nel potere di acquisto a dieci anni si registra a Firenze (+68,5%) seguita da Bologna (+66,9%). Dal 2012 al 2017 la graduatoria è guidata da Palermo (+35,3%) seguita da Genova (+33,6%). Per la casa periferica la classifica calcolata sui dieci anni vede prima Bologna (+56,9%), seconda Firenze (+54,4%); a cinque anni Genova (+22,3%) prevale su Roma (+18,6%).
Secondo Finanzamia, con l’era dei tassi bassi si è attuato un ritorno al mattone. Grazie al basso costo del denaro, inoltre, il vantaggio di acquistare casa resta significativo anche comprando con il mutuo. Una eventuale vendita dell’immobile dopo otto anni tiene conto delle spese relative all’acquisto di un immobile che non viene utilizzato come prima casa, perdendo in buona parte dei casi la possibilità di accedere alle agevolazioni e dovendo sostenere spese aggiuntive (IMU, TASI, cedolare secca sul canone, ecc). Per un trilocale semicentrale a Milano, se si riesce a rivendere la casa allo stesso prezzo a cui la si è comprata, si ottiene una plusvalenza di 44 mila euro in 96 mesi (rendimento annuo dell’1,8%), un’entrata che scende a 39 mila euro a Roma (1,7%): qualora l’immobile risultasse a fine periodo svalutato del 10%, l’introito diventerebbe quasi nullo in entrambi i casi. Su un bilocale in periferia si guadagnano rispettivamente 19 e 23 mila euro, mentre con una perdita di valore del bene del 10% si otterrebbero poco più di 6.000 euro in otto anni a Milano e 10 mila euro a Roma.
Di certo, per chi ha dei soldi da investire nell’acquisto di una casa, questo sembra essere il momento adatto. Anche perché, come abbiamo visto, il tasso dei mutui è molto basso e questo avvicina gli investitori al mattone, da sempre ritenuto una forma di investimento piuttosto sicura.