Leggendo questa pagina evangelica e vedendo Gesù che sazia una grande folla ci vengono in mente le statistiche e le immagini toccanti della povertà e della fame nel mondo.
Secondo i dati della F.A.O. tre quarti dell’ umanità è sottonutrita, di cui la maggior parte è vittima della fame , della malattia e della morte prematura.
La grande mensa del mondo e le sue ricchezze sono riservate ad un 20% della popolazione (alle nazioni ricche), mentre l80% deve accontentarsi delle briciole.
Questo è assurdo, perché le risorse del pianeta appartengono a tutti, tuttavia non dimentichiamo che la fame e la povertà sono multiformi: ci sono molti tipi di fame e di privazione: fame di pane, di lavoro, di abitazione , di dignità personale, di cultura, di stima e di affetto, di pace e di libertà , di spirito e di religione.
Fame di assoluto, in definitiva fame di Dio!
Allo stesso modo la povertà riunisce oggi sotto di sé molti nuovi poveri della società moderna: anziani soli, malati terminali, bambini senza famiglia, madri abbandonate, delinquenti, drogati,, alcolisti e tanti altri.
Il comando di Gesù ai discepoli nel Vangelo di oggi è stato questo:
“Invece di mandar via la gente, datele voi da mangiare”.
Forse che oggi possiamo moltiplicare il pane per i poveri con la magia o con la fede?
In ogni caso, quello che certamente non dobbiamo fare è rinunciare a moltiplicare l’amore e la fratellanza intorno a noi con la condivisione .
Le forme di impegno secondo i dettami di un amore creativo possono essere molteplici. Un ‘organizzazione con cui collaborare, garantita e molto vicino a noi, è per esempio la CARITAS con i suoi molteplici progetti.
Nella nostra apertura cristiana agli altri non possiamo dimenticare che la miglior offerta di “pane” che nessuno rifiuta perché non umilia , è l’ amore ed il rispetto per la dignità della persona che si sente accettata per se stessa e così come è .
Forse è questo il “pane” di cui si ha più fame intorno a noi, e ci è sempre possibile darlo.
Con matura responsabilità cristiana, dobbiamo chiederci a cosa ci sollecita la scena evangelica di oggi, nella quale percepiamo il brusio del lamento dei poveri.
Gesù non si limitò alla semplice compassione, anzi, non si accontentò nemmeno di saziare lo stomaco della povera gente che lo cercava e lo ascoltava.
Consapevole che l’uomo non vive di solo pane , e coerente con la sua scelta radicale dei poveri, si darà a loro personalmente perché solo Lui è il Pane di Vita che sazia definitivamente la fame dell’ essere umano.
Tale responsabilità è la condizione perché le nostre Messe non siano solo un evento culturale , ma una celebrazione autentica dell’ Eucarestia comunitaria ,prefigurata nella moltiplicazione dei pani e dei pesci fatta da Gesù per la folla affamata.
Dacci, Signore, fame del Pane della Vita che sei TU, e saziala definitivamente al banchetto del tuo Regno.
Don Graziano
vicario parrocchiale
3a Domenica dell’anno
24 gennaio 2016
Mt 15,32 -38