BARZIO – “Se Formigoni non mi piaceva, con Maroni è andata anche peggio”. Mette subito le cose in chiaro Giorgio Gori presentandosi alla sede della Comunità Montana. Arrivato con abbondante ritardo – motivi familiari – il candidato governatore del centrosinistra riesce comunque a illustrare con chiarezza le sue proposte per la Lombardia e soprattutto la sua visione dei territori montanti.
A far convergere la discussione su valli e difficoltà delle aree periferiche è il sindaco di Pasturo Guido Agostoni ricordando come in questi anni la Regione abbia a parole sostenuto le CM e i piccoli Comuni salvo poi a fatti tagliare i fondi e limitandone le competenze. E poi il mancato sostegno ad agricoltura e allevamento di montagna, i bandi mandati a vuoto, e ancora il caso clamoroso del Gal del Due Laghi.
“La montagna è poco popolata, porta pochi voti. La proposta di un assessorato alla Montagna – spiega il sindaco di Bergamo – servirà a dare a questi territori una rappresentanza che conosca la montagna lombarda. In questi cinque anni le risorse alle zone montane sono state tagliate dell’80%, alle Comunità Montane oltre ai soldi sono state portate via le competenze su diversi ambiti. Il nostro progetto è di restituire agli enti locali le competenze e le risorse. Risorse che sono reperibili dal canone idrico montano. Si tratta di denaro che solo in Valtellina resta nel territorio, e in soldi questo trattamento speciale per la Provincia di Sondrio si traduce in 18 milioni di euro”.
“In questi mesi si è tanto parlato di autonomie – ha continuato il candidato del Pd – e sono convinto che ai territori servano maggiori autonomie, ma questo non significa una pioggia di denaro. Significa che a Comuni e enti sovracomunali debbano essere riconosciute maggiori competenze e responsabilità, con la Regione nel ruolo di regia e coordinamento”. Logica simile in tema di fusioni di Comuni, individuando nella frammentazione dei territori uno dei punti deboli delle aree come la Valsassina: “La Regione non deve imporre nessuna unione, la Regione deve sostenere chi unisce competenze e risorse, chi mostra di voler lavorare insieme” consapevole anche che “non si può pretendere che i piccoli Comuni debbano rispettare gli stessi obblighi e adempimenti imposti alle grandi città”.
In tema di sviluppo Gori ha focalizzato l’attenzione sull’impiantistica invernale. “Nel settore del turismo invernale la Lombardia è indietro rispetto a Trentino e Val d’Aosta, ma anche nei confronti del Piemonte. La Regione in quanto ente pubblico dovrà individuare una dozzina di comprensori sui quali scommettere e investire, sapendo però che non si può vivere di solo inverno e quindi andranno sviluppate idee che consentano di fare turismo tutto l’anno“.
Un programma per la Lombardia che in sala Pensa è stato apprezzato, al netto delle molte presenze partitiche o interessate e della risicata quota di elettorato curioso. Ad accompagnare Gori alla “fornace” Corrado Valsecchi, assessore del comune di Lecco e coordinatore della lista civica Gori presidente ed il segretario provinciale del Partito democratico Fausto Crimella. Con loro anche i rispettivi candidati alla carica di consigliere: i più prossimi alla Valle l’ex sindaco di Colico Raffaele Grega ed il consigliere regionale dem Raffaele Straniero, senza dimenticare l’architetto Giulio Ceppi “con nonno di Crandola e medico di fiducia a Introbio pur vivendo da 25 anni a Milano”. Tra gli amministratori locali Pina Scarpa, Elide Codega, Mauro Artusi, il presidente della Comunità Montana Carlo Signorelli e l’ex dirigente dell’ente Giacomo Camozzini.
Un saluto lo hanno portato anche i deputati Veronica Tentori e Gian Mario Fragomeli. Ricandidati, per entrambi la rielezione non sarà scontata, tuttavia se la prima può chiedere il voto ai valsassinesi avendo dalla sua cinque anni di lavoro in commissione Agricoltura, Fragomeli se la dovrà giocare a Monza nonostante “proprio con questa Comunità Montana sul tema delle Aree Interne ho ottenuto uno dei miei risultati migliori e sono soddisfatto di quanto svolto con gli amministratori locali. Se i monzesi mi eleggeranno resterò comunque un parlamentare lecchese e non abbandonerò la Valsassina”.
C.C.