GRIGNA SETTENTRIONALE – La voce rimbalza di vetta in vetta, di rifugio in rifugio e soprattutto negli ambienti della montagna – lecchese e non solo. E c’è anche dell’incazzatura bella e buona tra gli addetti ai lavori, per un intervento non facile (quello dell’altra sera alla “Fasana“) dovuto a quanto pare a una sommatoria di errori, anche gravi, da parte di chi dovrebbe conoscere bene le regole e i pericoli nell’affrontare pareti difficili, d’inverno.
Si è parlato della possibile apertura di una nuova via, in realtà sarebbe stata una ripetizione – condotta da un capanatt non nuovo a incidenti, unitamente ad un secondo appassionato. Tentativo andato male e concluso con l’arrivo della costosissima Rega dalla Svizzera, abilitata all’uso del verricello in condizioni notturne. I due erano quasi giunti alla fine della Fasana quando avrebbero sbagliato direzione, spostandosi troppo e ritrovandosi pressoché incrodati. Il più esperto era comunque attrezzato e secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione avrebbe anche potuto affrontare una notte fuori; l’altro invece non avrebbe avuto il necessario per bivaccare nel gelo della Grigna e per questo, alla fine, calato il buio è scattato l’allarme.
Con la coda di polemiche che ora tanti sollevano per una “impresa” del tutto evitabile, dati i vari errori commessi: dall’orario (o meglio la tempistica) sbagliato all’equipaggiamento al fatto che si è tentata un’ascensione in condizioni climatiche che sconsigliavano quell’uscita – con 30 centimetri di neve fresca.
Infine, il capitolo “cash“. Chi pagherà la Rega – solitamente assai costosa quando si muove? Di norma gli svizzeri si fanno pagare migliaia di euro per interventi di questo genere, secondo gli esperti il conto potrebbe arrivare all’Areu che a sua volta lo girerebbe ai protagonisti di questa (evitabile) disavventura. I quali però potrebbero sfruttare l’assicurazione del Cai.
VN