MILANO – Condanna a nove mesi confermata in appello (pena sospesa) nei confronti di Maurizio Beri, venditore e installatore della stufa che avrebbe innescato l’incendio fatale al “Ciclamino Park” di Crandola. Nel rogo morì la 56enne Rosa Antonia Invernizzi, originaria di Calolziocorte, contitolare del locale dove era rimasta intrappolata nel “Ciclamino Park” dopo essere rientrata ad incendio in corso, forse per raccogliere degli oggetti.
La sentenza di oggi rricalca perfettamente quella emanata nel 2015 in primo grado a Lecco, compresa l’assoluzione per il gestore della pizzeria-ristorante e marito della vittima Roberto Floreano, che doveva rispondere soltanto del capo di imputazione di danneggiamento.
Beri era stato condannato inoltre a pagare una provvisionale pari a 160mila euro (80mila a testa ai due figli della Invernizzi che si sono costituiti parte civile nonché di 100mila euro per risarcimento danni all’immobiliare Magiga spa, società proprietaria dell’edificio dov’è situato il Ciclamino. In precedenza entrambi gli accusati erano stati sollevati dalla ben più grave imputazione di omicidio colposo.
DAL NOSTRO ARCHIVIO:
ROGO DEL ‘CICLAMINO’: CONDANNATO SOLO L’INSTALLATORE DELLA STUFA
3 marzo 2015
Rosa Antonia Invernizzi, originaria di Calolziocorte, era rimasta intrappolata nel “Ciclamino Park” di Crandola Valsassina […]