KRISTIAN GHEDINA TRA RICORDI E FUTURO, L’ATLETA INCANTA LA BRIANZA



SIRTORI – Il grande sci azzurro in scena giovedì sera in Brianza, dove Kristian Ghedina è stato protagonista della prima serata “A tu per tu con i grandi dello sport” dell’anno 2018 di DF Sport Specialist. Con lui sul palco Chiara Todesco, giornalista de La Stampa, a condurre l’intervista che ha fatto rivivere al folto pubblico presente in sala le emozioni della sua lunga carriera, prima fra tutte quella storica nella discesa libera sulla Streif di Kitzbühel nel 1998.

Panoramica Ghedina Df SportspecGhedina era appena tornato dalla Corea dove ha seguito le Olimpiadi come Ambassador dei Mondiali di Cortina 2021 dove -forse- potremmo rivederlo ai cancelletti di partenza. “Io ho sempre una gran voglia di correre, lo sci è parte di me. Quando ho visto la pista olimpica, ho rimpianto di non essere più atleta perché avrei voluto scendere: la neve e il tracciato rendevano la prova molto tecnica e difficile. Ho seguito con emozione le gare e, anche se per lo sci alpino maschile non è andata come si sperava, siamo orgogliosi di Sofia Goggia e degli altri atleti che hanno portato medaglie all’Italia”.

La discesa libera sulla Streif di Kitzbuhel, dove Ghedina è stato il primo italiano a vincere, da lui definita “la più bella e la più difficile del mondo” è stata al centro dei racconti della serata. “Vincere su quel tracciato davanti a 40mila persone, scendere per 2 minuti a 140 km orari e mantenere la concentrazione al massimo perché non puoi mollare finché sei fermo, è stata un’emozione incredibile. Tanta difficoltà dipende dalla neve, dura e ghiacciata, su una pendenza molto forte: devi avere materiali perfetti, o non ti fermi più”.
ghedina spaccata 1Oggi Ghedina ha 49 anni e il suo nome ancora suscita emozione. Se si ripercorre la sua carriera, dal 1990 al 2006, si passa per vittorie indimenticabili ed episodi memorabili come il capriolo entrato in pista durante la sua discesa dalla Saslong della Val Gardena nel 2004, o la spaccata a 137.6 km/h dello stesso anno sulla Streif.

Ma la storia di Ghedina non è fatta solo di successi. Toccante il racconto di due momenti particolarmente tragici della sua vita privata: la morte della mamma Adriana Dipol, la prima maestra di sci di Cortina d’Ampezzo, caduta in un fuoripista sotto i suoi occhi, e l’incidente del 1991 sulla Milano Torino per cui è stato 3 giorni in coma. “Rieducare la mente e ricostruire il fisico dopo l’incidente è stata dura – ha detto il campione azzurro -. Ricordo che dopo due mesi, anche se il fisico sembrava ripreso, per le conseguenze del colpo alla testa non riuscivo più andare in bicicletta. Quando me ne sono reso conto ho avuto davvero paura di non farcela. Ci ho messo 4 anni a recuperare, ma sono tornato a vincere nel 1995”. “A mia madre ho dedicato le prime vittorie – ha raccontato Ghedina – perché sono certo che ne sarebbe stata orgogliosa. Lei era come me, adorava la velocità, era una testa calda. Era maestra di sci quando ancora, per statuto, le scuole accettavano solo maestri maschi”.

Chiuso con le gare nel 2006, Ghedina è stato allenatore per alcuni anni, si è dato all’automobilismo, ha avviato M’Over, un progetto turistico e sportivo a Cortina con atleti del calibro di Deborah Compagnoni e Pietro Piller Kottler. Ha continuato a vivere lo sport ai massimi livelli e ad esserne testimonial, sempre alla ricerca dell’adrenalina e dell’emozione. In chiusura, Sergio Longoni, patron DF Sport Specialist, ha consegnato a Ghedina la piccozza dorata in segno di amicizia.

 

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