La pagina dell’Evangelista Giovanni che ha come protagonista Gesù e il cieco nato è il Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima. Gesù non va mai senza contrasto. Non è mai una novità. Però guardiamoci dal curarci degli alibi puntando il dito contro i farisei del tempo di Gesù.
Il Vangelo parla a noi, adesso, e anche se è ambientato nel tempo passato, intende oggi interpellare i cristiani del nostro tempo.
L’episodio è commovente: dal recupero della vista (miracolo già grande!) quel cieco arriva alla luce della fede. Poter vedere con la vista le cose è fondamentale. Fermarsi soltanto alle cose non basta, poiché noi siamo destinati a Dio.
La fede diventa così la virtù indispensabile che ci fa vedere Dio, per quanto è possibile su questa terra. Gesù è venuto per essere la “Luce” vera!
E la guarigione del cieco nato è un esempio simbolico della missione di Gesù. Noi cristiani siamo figli della “Luce” e dovremmo comportarci come tali. Questa “Luce” che ci fa vedere e capire ad esempio la faccia di un bambino, la mano che si tende nel bisogno, un pianto sconsolato.
Vedere e capire perché si ride, e perché si piange, perché si nasce e perché si muore, perché si ama e perché si odia.
Vedere e capire che proprio non ce la facciamo da soli, e che abbiamo bisogno di Qualcuno che ci salvi. Ebbene, avere il coraggio di prostrarsi e di adirare il Mistero di Dio; il dire ad alta voce “Io credo”: questo è il grande miracolo per noi!
Don Graziano
vicario parrocchiale
Quarta domenica di Quaresima – Rito Ambrosiano
11 marzo 2018
Vangelo Gv 9, 1 – 38