Noi siamo riuniti questa sera per virtù di una parola, due volte ripetuta dal Signore nell’ultima Cena: “Fate questo in memoria di me”.
Noi stiamo obbedendo ad un ordine preciso di Gesù, noi stiamo eseguendo una sua ultima volontà: dobbiamo in un certo senso vederlo, sentirlo il Signore,ma soprattutto saperlo presente.
Quel comando di Gesù: “Fate questo in memoria di me”è una parola miracolosa:è la trasmissione di un potere che solo Gesù possedeva, è l’istituzione di due sacramenti: l’Eucarestia ed il Sacerdozio.
E quale sia il prodigio dell’ultima Cena, noi lo sappiamo. Il ricordo è realtà.
Gesù ha sigillato la sua Presenza nei simboli del Pane e del Vino.
Gesù ha voluto essere ricordato così.
Ha voluto per così dire sopravvivere e rimanere in mezzo a noi nel suo supremo atto d’amore: il suo Sacrificio, la sua Morte.
Gesù ha voluto che questa straordinaria forma di presenza in mezzo a noi, diventasse cibo,cioè alimento per le anime dei suoi veri seguaci.
Ecco perché chi non mangia di questo Pane, chi non riceve il Corpo del Signore, chi non si accosta all’Eucarestia, non può sentirsi fratello di ogni uomo, quando non si sente unito al primo di tutti i fratelli, che è Gesù Cristo.
Siamo tutti in crisi perchè siamo tutti peccatori!
Ma il mezzo per risolvere le nostre crisi è l’Eucarestia.
L’Eucarestia è il nostro punto di forza .
Il giovedì Santo è l’occasione per un esame di coscienza e per rivalutare in pieno l’Eucarestia ed il Sacerdozio.
Ecco perché non ci può essere l’Eucarestia senza i Sacerdoti, e non ci possono essere i Sacerdoti senza l’Eucarestia.
don Graziano
vicario parrocchiale
Giovedi 29 marzo 2018