Ciao Piero, sei andato avanti,
quando manca qualcuno si dice che fosse speciale, sembra retorica, ma nel tuo caso è solo la semplice verità e credo che tu sia stato più unico che speciale, unico come il tuo impegno disinteressato per tutto ciò che facevi per gli altri. Alpini, parrocchia, banda… e noi, i tuoi ragazzi della Polisportiva prima e del G.S.A. dopo.
Mi ricordo quando col Giovannino arrivavi a discutere con mio papà perché mi lasciasse venire alle gare invece di rimanere a casa a lavorare, e in seguito come fossi orgoglioso che due dei tuoi ragazzi si arruolassero nei tuoi amati alpini…
Ci hai portato in giro per l’Italia con il tuo mitico 900, per affrontare le gare, ma, cosa più importante per crescere, ci raccontavi tutto dei posti che attraversavamo e quando non prestavamo la dovuta attenzione ci apostrofavi con la solita frase: “Vi oltri in di in gir in de un sac e torne in dree in del baul”.
Altruista fino all’esasperazione, ci hai insegnato con l’esempio cosa vuol dire essere “uomini” e cosa sia l’etica dello sport, mettere tutti nelle stesse condizioni e poi competere lealmente.
Anche se poi, forse per paura di fare dei favoritismi, facevi il contrario: perché ti ho visto svariate volte sciolinare a tutti i ragazzi e lasciare per ultimi gli sci delle le tue figlie, anche quando Paola dominava e avrebbe meritato un occhio di riguardo.
Penso di interpretare il pensiero di tutti i tuoi “ragazzi “ dicendoti grazie per quello che hai fatto per noi, grazie a te e a tutta la tua famiglia, perché è chiaro che il tempo e le energie che ci hai dedicato le hai giocoforza sottratte ai tuoi cari.
Graziano Plati