Caro 25 Aprile, ti scrivo dal mio paese dopo aver ascoltato la massima autorità istituzionale.
Io pensavo di aver capito l’importanza della liberazione dall’occupazione nazista dalle letture di Longo, Parri, De Gasperi, Pertini e non ultimo Mattarella questa mattina in tv…. ma forse mi sbagliavo.
Ti vanno trasformando in una festicciola folkloristica. Una piccola sagra di paese poco seguita e sopravvissuta a sé stessa senza conoscerne la storia.
Con questo ti saluto e concludo inchinandomil mio povero, vecchio, caro 25 aprile ricorrenza della liberazione dalla oppressione nazifascista e fulcro della Repubblica Italiana.
[Lettera firmata]
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In copertina: foto di archivio del 25 aprile ad Introbio