LECCO – 28 aprile giornata mondiale delle vittime dell’amianto. La memoria difficilmente può dimenticare le vittime e gli esposti delle fibre Killer di amianto. Bisogna tenere in vita tutti quei compagni di lavoro che hanno perso la vita e di tutti noi che ne siamo a rischio giornalmente a causa dell’esposizione fibre killer.
Domani 28 Aprile, per non dimenticare, le associazioni, i comitati e le vittime amianto di tutta Italia effettueranno manifestazioni nel territorio nazionale per tenere in vita la memoria e non dimenticare.
26 anni sono trascorsi dalla legge 256/92 che ha messo al bando l’amianto, pochissimo o quasi nulla è stato fatto da parte delle istituzioni.
Ancora oggi discutiamo di mappature, di tetti in amianto-cemento, di prodotti in genere in amianto-cemento, di tubazioni aziendali e di macchine di produzioni coibentati con corde e fibre di amianto. Di smaltimento, di discariche, di impianti di inertizzazione. Solo parole, parole.
Discutiamo del rischio esposizione dei cittadini che casualmente ne vengono a contatto tramite i prodotti esistenti nel territorio e contemporaneamente dobbiamo prendere atto di decessi e patologie asbesto correlate.
Nel mondo dobbiamo, annualmente, annoverare 100 mila morti, per amianto. Di questi bisogna evidenziarne il 56% di casi per Mesotelioma, il 41% di casi per Asbestosi in Europa, rilevabile da un recente studio dell’OMS. (Organizzazione Mondiale della Sanità)
Ciò dovrebbe farci riflettere e prendere in considerazione il vero problema amianto, non si può più perdere del tempo, bisogna agire affinché venga totalmente eliminato dal territorio nazionale.
Bisogna agire affinché venga bandito nel mondo, è impensabile che in alcuni stati ancora venga lavorato l’amianto, con grande rischio umano.
Va evidenziata la problematica della giustizia, purtroppo, in questi anni, siamo stati costretti ad annoverare continue sentenze che hanno dato torto, hanno umiliato, hanno discriminato tutti i nostri compagni di lavoro deceduti e gli ex esposti. Impossibile dovere constatare e prendere in considerazioni sentenze che in primo grado condannano i datori di lavoro e in secondo grado o in Cassazione, li assolvono definitivamente, eppure ogni volta che entriamo in un Tribunale leggiamo a caratteri cubitali: ”La legge è uguale per tutti”
Noi continueremo ad essere presenti, a sollecitare le Istituzioni, a chiedere giustizia, a chiedere i nostri diritti, a tenere in vita la memoria di tutti coloro che non sono più con noi.
Ci saremo sempre a ricordarlo a chi non vuole ricordare
Salvatore Nania
Presidente CNA – Coordinamento Nazionale Amianto