PALMA DI MONTECHIARO (AG) – Lo credevano ucciso l’11 luglio 1943, in un combattimento contro gli alleati anglo-americani nella seconda guerra mondiale a Palma di Montechiaro, 24mila abitanti in provincia di Agrigento. Per questo l’amministrazione comunale del paese siciliano voleva dedicare una strada al carabiniere barziese Francesco Canepari.
Ma lui, Canepari, che oggi ha 93 anni e vive serenamente in Valsassina, era riuscito a sopravvivere e dopo essere stato portato in Africa come prigioniero di guerra, aveva fatto ritorno a Barzio alla fine del conflitto, nel maggio del 1945.
La storia di quegli eventi nelle parole del giornalista siciliano Filippo Bellia:
“Il carabiniere originario di Barzio che in quel fatidico giorno, con l’altro giovane commilitone sardo di Santa Teresa di Gallura Mario Usai, tentò in via Foderà di opporsi ad un plotone di marines aprendo il fuoco con la uccisione di un soldato ma subendone la inevitabile reazione a colpi di bombe a mano dei marines, le cui schegge dilaniarono a morte Mario Usai e lo resero mutilato agli arti inferiori, ha ricevuto la benemerenza che purtroppo lo Stato non ha mai deciso di concedergli”.
Il Comune di Palma di Montechiaro, non potendo dedicargli una via o piazza (essendo il protagonista di questa bella storia tutt’ora vivente), ha deciso di conferire all’ “eroe dimenticato” Canepari la cittadinanza onoraria.
La cerimonia è avvenuta sabato, dopo un partecipatissimo corteo per le vie del paese; quindi, il conferimento della cittadinanza benemerita e onoraria.
Con l’anziano insignito, anche il primo cittadino di Barzio Andrea Ferrari e le rispettive famiglie, a formare una corposa delegazione barziese nella località agrigentina.
In questa pagina le immagini della festosa cerimonia in terra siciliana in onore di Francesco Canepari, classe 1924.