VALSASSINA – Non è la prima volta che ne parliamo, e siamo sicuri che ancora – purtroppo – se ne dovrà trattare su questo giornale. Ma almeno una notizia nuova e (forse) positiva c’è, a proposito del tristemente noto Fondo di solidarietà comunale, il pesantissimo prelievo di denaro che da anni mette in ginocchio le realtà “turistiche”, lasciando vuote le casseforti dei municipi.
Il FSC è nato nel 2013 sul solco del federalismo fiscale di due anni prima, per limitare le disuguaglianze del gettito immobiliare tra città ricche e povere. Tuttavia come spesso accade in tema di finanza pubblica si sono avverate le peggiori previsioni e il FSC si è rivelato subito un incubo per i piccoli paesi densi di seconde case (come i nostri, appunto). E con la beffa che a fronte di una “rapina” da oltre un milione e mezzo per i soli Comuni dell’Altopiano, altri molto vicini ne traggono vantaggio (ad esempio Premana riceve dal FSC circa 190mila euro, Primaluna 110mila, Pasturo tremila – dati 2017).
Non si discute tanto dell’imposizione sull’IMU, con la legge che impone un versamento del 50% del gettito, uguale per tutti; ma proprio di questo “Fondo”, che porta a salassi assurdi – vedi terza colonna della tabella qui sotto, relativa al 2016: –
Come si vede, le presunte “ricche” località dell’Altopiano ma anche Margno e Vendrogno, finiscono per lasciare a Roma bordate dal 55% dell’IMU in su, con casi eclatanti e da record come Moggio (quasi 70%) e il 68,5% di Barzio.
Soldi a palate che potrebbe risanare le finanze di municipi allo stremo.
Da tempo, il fronte di questi paesi turistici (ci sono anche realtà notissime quali Cortina, Riccione, Capalbio…) sta avanzando proteste e pure ricorsi – ne pende uno importante al Consiglio di Stato che potrebbe sbloccare la situazione.
Nell’ambito della “rivolta fiscale”, in questi giorni il Comune di Barzio ha aderito all’intervento ad opponendum e nella causa avanti al TAR del Lazio per l’annullamento del D.P.C.M. 25.05.2017 di definizione e riparto del fondo di solidarietà comunale per l’anno 2017. Seicento euro investiti (qui la determina di incarico all’avv Scaparone), suddivisi in due annualità, per recuperarne oltre 500mila. Una scommessa, senza grosse speranze per il passato ma con molta fiducia nella possibilità di stoppare almeno per gli anni a venire questa vera e propria “rapina di Stato“.