ROMA – Approdata in Cassazione la tragedia del “Ciclamino Park”, il rogo fatale nel grande locale di Crandola in cui trovò la morte la 56enne Rosa Antonia Invernizzi, originaria di Calolziocorte, contitolare del Ciclamino – dove era rimasta intrappolata dopo essere rientrata a incendio in corso, forse per raccogliere degli oggetti.
A febbraio di quest’anno, era stata confermata in Appello a Milano la condanna a nove mesi (pena sospesa) nei confronti di Maurizio Beri, venditore e presunto installatore della stufa a pellet che avrebbe innescato le fiamme, originario di Casargo e residente a Barzio.
Il colpo di scena arriva però da Roma, dove la V Sezione penale della Corte di Cassazione ha ribaltato le due sentenze precedenti (primo grado a Lecco, secondo appunto in Appello), “cassando con rinvio” come si dice tecnicamente quella di Milano e “rimandandola” appunto alla Corte d’Appello per essere riformulata.
Ma c’è un altro dettaglio molto rilevante, collegato alla materia del contendere: scadono proprio domani – 19 giugno – i sette anni e mezzo dai fatti oggetto della controversia giudiziaria. E dunque si giunge così alla prescrizione dei reati. Comunque vada, in attesa delle motivazioni della Cassazione, la condanna nei confronti del tecnico di Centro Valle è destinata alla cancellazione.
LE SENTENZE PRECEDENTI (DAL NOSTRO ARCHIVIO):
ROGO DEL CICLAMINO, SENTENZA CONFERMATA IN APPELLO: CONDANNATO SOLO L’INSTALLATORE DELLA STUFA “FATALE”
13 febbraio 2018
ROGO DEL ‘CICLAMINO’: CONDANNATO SOLO L’INSTALLATORE DELLA STUFA
3 marzo 2015