“Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso prenda la sua croce a mi segua”, dice Gesù. Per seguire Gesù dobbiamo prendere la nostra croce nelle tribolazioni della vita, la croce della sofferenza fisica e psichica, della rinuncia all’egoismo, dell’incomprensione e dell’indifferenza.
Ma come ha fatto Gesù, mettendo amore nel dolore. Allora il dolore cambia di significato. “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso”, dice Gesù. Frase che suona strana all’uomo di oggi, figlio di un mondo che proclama il massimo godimento della vita, senza limiti alla libertà né restrizioni al capriccio. Tuttavia, Gesù aggiunge: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”. Gesù non dice che si tratta di rinunciare a vivere questa vita per ottenere l’altra, né di disprezzare i valori umani e materiali per possedere i beni spirituali.
L’alternativa non è: questa vita o l’altra, ma questa vita subordinata e orientata all’altra. Perché il contrario porta al fallimento annunciato da Gesù. Salvare i propri interessi: denaro, egoismi e desideri, ponendo in disparte il Vangelo, cioè l’amore per Dio e per il prossimo, è quello che rovina la vita.
C’è un ascesi liberatrice, che propone Gesù, e un ascesi masochistica e punitiva che il Signore. Poiché il dolore per il dolore non ha significato, è un male, e come tale Dio non lo vuole, perché Dio non ama il dolore e la morte, ma la vita. L’obbiettivo di un’ascesi veramente liberatrice non consiste tanto nel liberarsi “da” vincoli e zavorra, quanto nell’essere liberi “per” il bene e per amare.
La capacità di amare è la misura della libertà: è quello che ci propone oggi Gesù per ottenere la Vita che è Lui stesso.
“Aiutaci, o Gesù, a fare nostri i tuoi criteri e i tuoi atteggiamenti per liberarci dal nostro io meschino, egoista e sterile. Aiutaci, o Gesù, a capire che la misura della nostra libertà è la capacità di amare, dimenticando noi stessi. Aiutaci, o Gesù, con la tua grazia!”
Don Graziano vicario parrocchiale
Domenica 22 luglio 2018
Nona domenica dopo Pentecoste
Rito Ambrosiano “B”
Vangelo Mc 8, 34 – 38