VALSASSINA – Lo spunto ce lo dà un genitore che ci ha scritto delle difficoltà “logistiche” derivanti dalla totale assenza del servizio di autocorriere nel giorno di Ferragosto: “Mio figlio ha avuto l’occasione di una giornata lavorativa da cameriere in Alta Valle, partendo da Lecco mercoledì pensava di arrivare al ristorante dove prendere servizio dalla mattina fino a sera. Di questi tempi, qualche decina di euro fanno comodo in tasca specie se sei giovane, ma sentite come va a finire: siccome è ferragosto e a ferragosto non vanno i pullman, di nessunissima linea, lo dovrò portare su io. Ovvio che non gli chiedo i soldi della benzina però da una parte di sicuro spendiamo di più rispetto ai biglietti della corriera, dall’altro si muove una macchina, aggiungendo un’auto alle tante che già invaderanno il vostro territorio il 15 agosto. Poi naturalmente mi toccherà fare DUE VOLTE il viaggio – all’andata alle 11 del mattino e poi a tarda sera, quindi DUE viaggi e DUE volte una macchina che inquina, per due sole persone al posto di un pullman che ne trasporta tante“.
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Ha poco senso, siamo d’accordo con chi ci ha raccontato questo caso, per nulla isolato o “particolare”.
Il mondo gira, la gente si muove ma servizi essenziali come quello del trasporto pubblico si fermano – e proprio in una delle giornate in cui ve ne sarebbe maggiore bisogno. Però ancora una volta siamo qua a registrare quella frasetta sui siti internet delle autolinee lecchesi: “Il servizio è sospeso il 15 agosto“.
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Non altrettanto le necessità, dei singoli ma anche di una società e di un ecosistema. Domani, come ogni Ferragosto saremo “prigionieri” di un serpentone di veicoli privati, in colonna o meno. E altri, turisti compresi, non verranno in Valsassina per mancanza di mezzi pubblici.
Fino a due mesi fa era così anche la domenica, qualcosa si è mosso. Ma per far sì che il trasporto pubblico non sia inteso esclusivamente “per gli studenti” ci vuole ben altro.
Pensiamoci.
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VN