LONDRA – Dalla Valsassina al Regno Unito: un nuovo appuntamento di questa rubrica, una sorta di diario-racconto e di manualetto sulle esperienze oltre le colonne d’Ercole del Pioverna. Oggi e nelle settimane a venire ci terrà compagnia Davide, 28enne di Pasturo, collaboratore di VN partito a giugno con la moglie in direzione Londra. Biglietto di sola andata, con l’intenzione di provare a farsi una vita in Inghilterra, da dove continua a scrivere per il nostro giornale.
Tanti sono i compatrioti/lettori lontani dalle nostre Valli. Ecco allora l’idea di questa rubrica aperta ai contributi di tutti coloro i quali ovunque si trovino portino nel cuore i nostri paesi: per raccontare le vostre esperienze a chi è rimasto, condividere con la community di Valsassinanews l’estate trascorsa “altrove”, dare suggerimenti su luoghi meravigliosi da visitare a tutti i costi o, perché no, mettere in guardia da ambienti impossibili da frequentare e da cui è meglio stare alla larga.
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Una volta trovata una sistemazione più o meno definitiva, bisogna anche pensare al lavoro. Penso che la ricerca del lavoro sia abbastanza simile in ogni paese, perciò vi racconterò a grandi linee come funziona qui nel Regno Unito. La prima cosa da fare è sicuramente mettersi in regola, e per farlo bisogna richiedere quanto prima il NIN (National Insurance Number), un codice identificativo che viene assegnato a chi lavora nel Regno Unito e permette di pagare le tasse e lavorare con contratti in regola, avendo gli stessi diritti di un cittadino britannico. L’appuntamento va richiesto telefonicamente una volta arrivati nel paese. L’appuntamento arriva solitamente dopo qualche settimana, e una volta compilata la richiesta bisogna aspettare per posta la lettera con il proprio numero.
Un’altra priorità è sicuramente avere un numero di telefono inglese, indispensabile da inserire nel curriculum e fondamentale contatto per i potenziali datori di lavoro. Niente panico, qui le procedure sono molto più semplici che in Italia: le sim si possono tranquillamente comprare nella maggior parte dei minimarket, e non servono documenti. Alcune compagnie, come giffgaff, rende tutto ancora più facile: basta scrivere il proprio indirizzo e la propria mail sul loro sito, per poter ricevere a domicilio una sim con numero britannico. Una vera comodità, visto che spediscono non solo nel Regno Unito, ma anche in Italia.
Un’altra cosa da fare quanto prima è aprire un conto bancario, dove farsi accreditare lo stipendio. Le procedure non sono ovviamente facili, in quanto spesso sono necessari diversi documenti, come il passaporto, una dichiarazione del datore di lavoro, o una proof of address, cioè un qualche documento che dimostri la nostra effettiva residenza nel territorio, come ad esempio la ricevuta di pagamento delle bollette. Per i primi tempi ci si può affidare ai conti online, come Monese o Revolut, in attesa di stabilizzarsi per poi aprire un conto in una banca fisica.
Davide Invernizzi
per Valsassinanews
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