DIVENTERÀ DIACONO PAOLO INVERNIZZI, BUS DALLA VALLE E UN WEEKEND DI PREDICHE E FESTA PER IL SEMINARISTA DI BARZIO



BARZIO – Sabato alle 9 nel Duomo di Milano il seminarista di Barzio Paolo Invernizzi riceverà il diaconato, penultima tappa verso il sacerdozio, previsto per l’8 giugno 2019 assieme ad altri 16 candidati. Per prepararsi al loro sì definitivo, i candidati vivranno una settimana di silenzio ed esercizi spirituali. Il motto scelto dalla classe di Paolo è “Siate lieti nella speranza” (Rm 12,12). Augurio che i prossimi sacerdoti rivolgono a loro stessi ma anche ad ogni persona: “non un semplice ottimismo, ma un’ancora fissata nella riva dell’aldilà, che mantiene aperti alla Rivelazione”.

I candidati sono consapevoli del bisogno di speranza che il tempo odierno richiede, una speranza che rende lieti. Loro hanno ritrovato questa speranza nel Signore Gesù, colui che autorizza a guardare ad ogni situazione ed a ogni tempo nella consapevolezza che la sua Grazia è già presente e operante e che la terra è piena della Sua Gloria.

La Comunità Pastorale Maria Regina dei monti ha organizzato un autobus per andare alla cerimonia a Milano e per sabato 29 e domenica 30 settembre una grande festa per il neo diacono che predicherà sabato alle 18:30 a Cremeno e alle 20 a Moggio. Domenica 30 alle 10 a Pasturo, alle 11:30 a Barzio a cui seguirà un rinfresco e a Maggio alle 18.

Ecco la testimonianza di Paolo Invernizzi che racconta il suo percorso verso questa importante scelta di vita che è iniziata dando ascolto alla sua vocazione:

Sono ormai passati cinque anni da quel 19 settembre 2013 in cui sono entrato in seminario. Con l’8 settembre 2015 sono diventato a tutti gli effetti un “Candidato al Diaconato ed al Presbiterato”, compiendo il primo passo ufficiale verso il sacerdozio. Da quel giorno il mio “vestire da prete” ha iniziato ad esprimere il mio impegno più fermo verso una scelta di definitività ed al contempo l’impegno della Chiesa nei miei confronti, che ha desiderato con me custodire e far maturare i segni della vocazione.

In questo modo, altri tre anni mi hanno condotto al punto in cui sono ora. L’ammissione al Diaconato è un passo molto importante ma non è stato automatico. Esso è l’esito di un cammino profondo e sincero, ricco di gioie e di qualche fatica, sempre accompagnato dagli educatori e da molti altri giovani seminaristi.

Il seminario non è solo un luogo di studio. Certamente l’elemento didattico occupa un certo spazio e non è libero da qualche naturale pesantezza e preoccupazione (come per ogni giovane universitario d’altronde), ma non è il tutto. L’obiettivo non è infatti quello di sapere dottamente qualcosa su Dio, ma imparare a conoscerLo mediante un rapporto a “tu per tu”.

Ecco dunque il secondo pilastro della vita da seminarista: la preghiera. Si prega molto e bene in seminario. Nel dialogo con il Signore ho potuto rileggere la mia vita, scoprendo in essa una chiamata ad un servizio “speciale”. Solo affidandomi nella preghiera è stato per me possibile continuare questo cammino.

Un altro elemento fondamentale è la vita comunitaria. Stare molto tempo con gli altri seminaristi e con gli educatori è un validissimo strumento per crescere e per conoscersi meglio. I rapporti fraterni sono talvolta un po’ spinosi, non sempre semplici, ma la ricchezza generata da questi scambi è senza pari. Il prete infatti ha proprio le relazioni come campo d’azione, prima delle strutture e dei ruoli. Questi anni mi hanno aiutato a comprendere cosa significhi essere “per” e “con” gli altri.

Infine grazie al seminario, che ogni anno mi ha inviato a prestare servizio in una comunità diversa, ho potuto conoscere numerose esperienze e molti volti che mi hanno aiutato nel discernimento della mia vocazione. Verghera di Samarate (VA), Parabiago (MI), l’Istituto Nazionale per la Cura dei Tumori (MI) e San Maurizio al Lambro di Cologno Monzese (MI) sono state per me scuole di vita cristiana.

Così, al termine del quinto anno, dopo il periodo di discernimento che ha visto coinvolti il Rettore, il Padre Spirituale, l’Arcivescovo, i vari preti che mi hanno seguito in questi anni ed il “parere” di numerosi laici, eccomi qui ad un passo dal Diaconato.

Il cuore è carico di trepidazione, ma anche di gratitudine per il cammino percorso, per l’incoraggiamento di molti e per le preghiere ricevute. L’attesa per la celebrazione delle 9 del 29 settembre in Duomo è alta! Non mi resta ora che affidarmi al motto che la mia classe ha scelto in vista dell’Ordinazione: “Siate lieti nella speranza”.

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