DON GRAZIANO, IL RICORDO DELLA NOSTRA REDAZIONE: “UOMO E SACERDOTE SCHIETTO, SEMPLICE E DISPONIBILE”



Scrivere la Lectio di don Graziano era diventato un appuntamento fisso di ogni sabato. Perchè don Graziano non usava il PC o lo smartphone ma la scrittura manuale, in corsivo per di più. Non era sempre facile leggerla, ma il ritmo incalzante del testo con tante “e” a collegare i periodi la rendeva fluida e intuitiva.

Don Graziano seppe raccogliere l’eredità non facile di un esperto comunicatore come don Pino Tagliaferri e dal 27 giugno 2014 interrottamente per più di quattro anni ogni domenica a commentare il Vangelo in modo schietto e deciso come si usa fare in Valsassina.

La rubrica, a cui il sacerdote teneva molto, ha sempre voluto che fosse “Un piccolo seme che ci tengo a gettare per tutti!” diceva ogni volta quando consegnava i suoi fogli scritti a mano da trasformare in digitale.

Anche quella foto finita su tutti i giornali che lo vede dare le spalle alla colonna e alla chiesa di Sant’Antonio Abate ad Introbio ce ne era voluta per convincerlo a farla. “Serve per la rubrica, per far vedere chi è che la scrive” gli abbiamo detto io e Marco Ruffinoni che lo aveva convinto a proseguire negli scritti di don Pino. Mai si sarebbe immaginato che quella immagine sarebbe finita su tutta la rete digitale e non solo. “Don Graziano Bertolotti? No, preferisco solo don Graziano vicario parrocchiale perché questo sono: un vicario!”

Un mese fa, quasi a sentire la chiamata al Padre, mi scrisse sulla busta nella quale raggruppava i testi: “Chiedi a don … se vuole fare la rubrica per Valsassina nius! [Sì, proprio nius non News]”. Non voleva che la rubrica andasse perduta, ma quel don non aveva lo stile diretto di don Graziano: “Bisogna dirglielo, inutile scrivere testi complicati e leziosi se poi non li comprende nessuno. Dobbiamo essere semplici e schietti, andare al sodo” così decise di proseguire ancora lui.

Il testo più bello, però, non è finito nelle Lectio ma in una splendida omelia che tenne nella festa del suo 50° di sacerdozio nella piccola chiesetta di santa Maria Maddalena a Prato san Pietro in occasione del Corpus Domini – che riassume come è stato don Graziano: un uomo vero e un sacerdote molto semplice, schietto e disponibile “Servitore di queste comunità che ringraziano il Signore della sua testimonianza di fede e lo affidano alla sua infinita misericordia.” come scrive don Marco Mauri sul sito della Comunità Madonna della neve.

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Ecco il testo dell’omelia sull’Eucaristia: “Senza l’Eucaristia le messe per il cristiano diventerebbero un puro adempimento e un rito vuoto di quelli che Gesù condannava. Il Padre nostro sarebbe una menzogna sulle nostre labbra indurite dall’indifferenza. E la Comunione Eucaristica sarebbe un mangiare da soli senza che ci importi del mondo e degli altri.

Corpus Domini: oggi è il giorno della carità, l’amore, anche se tutti i giorni devono esserlo. Perché l’amore non è un qualcosa di aggiunto ma di congenitamente cristiano. Dobbiamo scegliere l’amore davanti all’egoismo indifferente se vogliamo sopravvivere. Il giorno del Corpus Domini ci offre l’opportunità di rivedere le nostre celebrazioni Eucaristiche e le nostre comunioni.

Vogliamo sapere se le nostre celebrazioni Eucaristiche sono vere o false? C’è una prova che non fallisce, ed è la prova dell’amore nel dividere e condividere con gli altri nostri fratelli. Al sacerdote che ci offre l’Ostia Consacrata dicendo ‘Il Corpo di Cristo’ noi rispondiamo guardando l’Ostia “Amen”. Ecco, questo “Amen” è una mirabile sintesi di fede che regna nell’Eucaristia. Questo “Amen” è tutto un programma di vita e un “Amen” serissimo. Questo “Amen” è un sì chiaro all’amore fraterno del quale il Sacramento dell’Eucaristia è e deve essere davanti a noi stessi e davanti agli altri segno visibile e vero.

O amici, l’Eucaristia è uno squarcio di cielo che si apre sulla terra, è un raggio di gloria della Gerusalemme celeste che ci aspetta e che dirada le nubi della nostra storie e getta luce su nostro cammino di vita.

L’Eucaristia è uno squarcio di cielo dunque, noi questa sera guardiamo all’Eucaristia e vediamo il cielo aperto sopra di noi; ma ci pensate, quando il sacerdote alza l’Ostia il cielo si apre e io mi devo fermare con lo stupore nel cuore con la gratitudine che sgorga dalle labbra con gli occhi fissi.

Il cielo si apre su di me e su tutti quelli che mi sono davanti. Così fa ogni sacerdote ogni volta che durante l’Eucaristia alza l’Ostia. Viene in me questo pensiero: ‘ma io sto aprendo il cielo e chiedo che il cielo si apra davvero e getti luce sui volti delle persone che ho davanti, sulla vita di chi mi chiede una preghiera e questo cielo rimanga davvero aperto’.

Noi questa sera portando Gesù per le strade della nostra Comunità abbiamo fatto questo: abbiamo aperto il Cielo, abbiamo aperto il Cielo sui luoghi del nostro vivere quotidiano.

Cari amici abbiamo aperto il cielo sulla vita delle nostre famiglie. O Signore Gesù tu sai che cosa c’è nel cuore di ogni mamma e di ogni papà, tu sai la preoccupazione che c’è dietro le porte delle nostre case per il futuro dei figli, per la mancanza o la precarietà de4l lavoro. Per la salute che in alcune situazioni sembra a tutti i costi voler rubare la vita. Tu o Gesù sai anche quanto amore c’è nelle nostre famiglie.

Vieni Gesù, ed entra con la tua luce nelle nostre case.

Abbiamo aperto il cielo sulla vita dei giovani, dei nostri giovani: Signore Gesù, tu sai come le nuove generazioni faticano a vivere la bellezza di una vita donata, tu sai quanto oggi la società li spinga a vivere una vita da sballo che gira a vuoto come una trottola, ma tua sai anche o Gesù la ricerca profonda del significato che abita in questi giovani cuori. Vieni, vieni Gesù ed entra con la tua luce in queste esistenze che si affacciano sul futuro.

Abbiamo aperto il cielo sulla vita dei nostri anziani e ammalati costretti in casa dalle forze che ormai vengono meno. Signore Gesù tu sai quanta pena nel cuore portano questi nostri cari. Tu conosci il loro valore profondo, ma sai anche quanto bene essi hanno seminato per queste stesse strade e quanto è profondo il solco tracciato dalla loro fede.

Vieni, vieni Gesù ed entra nella casa dei nostri anziani e ammalati.

Abbiamo aperto il cielo sulla vita di queste nostre comunità cristiane- O Signore Gesù tu sai la fatica che si fa a rinunciare un poco al proprio campanile e a vivere la comunione fraterna. Tu vedi o Gesù come i passi verso un lavoro insieme come Comunità Pastorali siano a volte passi un po’ lenti o tanto lenti e a volte appesantiti, ma tu o Gesù, sai anche il desiderio più autentico che abita nei cuori che è il desiderio di tenere accesa la lampada della fede.

Pensando a quelle famose e drammatiche parole di Nostro Signore, che nel Vangelo si domanda: “Quando tornerà il Figlio dell’Uomo sulla terra, troverà ancora la fede?”

Vieni. Vieni Gesù, ed entra con la tua luce nelle nostre Comunità Cristiane parrocchiali.

Abbiamo aperto il cielo sulla vita di noi sacerdoti: Signore Gesù tu sai che hanno i tuoi preti nel cuore. Tu conosci le loro gioie, le loro fatiche, le loro speranze. O Gesù sei sempre per noi preti la luce che illumina, che scalda e che guida il cammino della nostra vita e delle anime che ci hai affidate.

Vieni Gesù abbiamo bisogno che su di noi si apre il tuo cielo. Apri il tuo cielo e resta con noi. Aiutaci o Gesù e ripensare ai nostri rapporti con gli altri, a ripensare alle nostre ricerche di benessere senza scopo. Aiutaci a ripensare i nostri atteggiamenti che creano spesso divisione anziché comunione fraterna. Aiutaci o Gesù a sentirti sempre più presente in mezzo a noi. Facci sentire la tua presenza amorevole e costante. Aiutaci Gesù a non smettere mai, nella vita, di camminare insieme con te”.

Giacomo Piazza

Redazione Religioni
Valsassinanews.com

 

 

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