BARZIO – Lo abbiamo anticipato questa mattina, con un primo articolo: c’è un universitario che si è appena “laureato in Nameless“. Si tratta di Andrea Zampedri [nella foto di copertina], triestino di 28 anni che ha chiuso il suo corso di studi a Scienze Politiche con una interessante tesi di Sociologia del Turismo intitolata “Il contributo dei festival musicali al turismo: il caso Nameless“.
Ne abbiamo parlato direttamente con lui, che sta a 600 km dalla Valsassina e le nostre zone le ha scoperte proprio grazie al grande evento annuale di musica elettronica.
Dunque, il Nameless è “un caso” vero e proprio…
“Sì decisamente. Nel suo genere si può dire che sia il migliore se non anche l’unico. Questo per le sue caratteristiche di festival musicale; ma poi ci sono le ricadute turistiche del tutto particolari perché – lasciatevelo dire – Barzio, Cremeno e Pasturo al di fuori di Milano e la Lombardia non è che siano località notissime… Soprattutto a livello giovanile si può affermare in tutta tranquillità che questo territorio sia stato scoperto proprio grazie al Nameless”.
Come è nata l’idea di questa tesi di laurea?
“Si tratta della prosecuzione ‘mirata’ di quella triennale che avevo realizzato studiando i festival musicali; in quel caso si parlava delle problematiche e soprattutto del gap a livello di concorrenza rispetto ai mega eventi europei. Per la magistrale mi è stato suggerito di approfondire il tema con uno studio su un caso specifico“.
Ecco allora il Nameless. Perché questo particolare appuntamento musicale?
“Al di là della qualità e dei risultati a livello di presenze, era l’unico festival nel quale potessi avere un contatto diretto con i “clienti” dell’evento. Ho partecipato per studio e anche per passione a numerose kermesse di questo genere ma la presenza del campeggio, la durata e la localizzazione del Nameless mi hanno consentito di avere un ottimo campione di ragazzi da intervistare per i questionari e in generale per la tesi, dati impossibili da recuperare altrove“.
Risultato?…
“Beh gli esiti del mio lavoro sono pubblicati nella tesi; in estrema sintesi posso dire che qui più che mai vi è la riprova di quali possano essere gli effetti positivi per una località che ospita occasioni come questa. Barzio, lo dicevo prima, è diventata famosa tra i giovanissimi dopo l’arrivo del Nameless, io ho dovuto prenotare a Maggio di Cremeno sette mesi prima per avere la certezza di un posto in zona e comunque nell’arco di 50 km dalla sede dell’evento è sempre tutto esaurito…”
“Poi, in luoghi di queste dimensioni la cosa ha una valenza specifica: i paesi intorno al festival hanno circa cinquemila abitanti ma i presenti nelle giornate della EDM sono 40mila. Otto volte tanti. Se prendiamo un avvenimento di quelli noti, ad esempio a Torino, decine di migliaia di persone quasi spariscono in una città grande come quella. E le ricadute, tornando alla Valsassina, sono notevoli anche al di là del periodo strettamente collegato alle date dell’evento. Ho parlato con diversi operatori turistici ed economici e anche se non si può dire che alberghi e ristoranti siano pieni tutto l’anno grazie al Nameless, di sicuro la notorietà di questi posti aumenta in forza del festival e molti tra quanti scoprono il territorio per via della musica poi ci ritornano“.
Tesi conclusa e laurea in tasca (voto finale 1o1, ndr). E adesso? Che farà “da grande” Andrea e soprattutto, gli servirà il lavoro su Nameless e festival musicali?
“Ne sono certo. Opero già da molti anni, fuori dall’università, nel mondo degli eventi (musicali e culturali), dei locali, dei festival. Anche all’estero. Mi piacerebbe che questo diventasse la mia professione e sto muovendomi per coronare questo sogno, collaborando in particolare con una agenzia specializzata di Brescia“.
L’esperienza sul campo – anche quella maturata a Barzio e dintorni – non manca al neo dottor Zampedri. E chissà che pure il Nameless non finisca per rivelarsi parte rilevante della sua vita lavorativa.
S. T.