Oggi il Vangelo inizia con una constatazione dei discepoli di Giovanni che sembra abbia il sapore dell’invidia perché vedono la gente accorrere da Gesù anziché dal loro maestro.
E questi risponde che invece ora la sua gioia è piena, e che Gesù deve crescere mentre lui deve diminuire.
L’appellativo di sposo riferito a Gesù risponde a tutta la predicazione profetica nella quale Dio veniva presentato come lo sposo del popolo di Israele, sua sposa.
Infine l’evangelista aggiunge che Giovanni viene dalla terra, mentre Gesù viene dal cielo e perciò è al di sopra di tutti e può attestare ciò che ha visto e udito.
Sembra di sentirvi l’eco del versetto di Gv. 1,18:
“Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato”.
Ancora una volta il Vangelo ci dice che Gesù è la risposta alla domanda che portiamo nel profondo del nostro cuore:
Ma c’è Dio? E chi è? E quale relazione ha con noi?
Qual è il mio destino dopo la morte?
Come pure ci suggerisce l’invocazione:
Signore Gesù, facci conoscere il Padre, il Padre che ci ama e che sa ciò di cui abbiamo bisogno, il Padre che ci attende per l’ultimo giudizio, e che ha mandato te per guidare la nostra vita affaticata sulla via dell’Amore e della Salvezza”.
La gioia sincera di Giovanni nel vedere finalmente arrivato Gesù e nell’accettare di diminuire perchè Lui cresca, ci fa pensare a quanti ambiti dovremmo saper accettare con gioia di diminuire perché l’altro cresca: sarà un figlio in famiglia, uno studente a scuola, un collaboratore al lavoro, un cittadino nella politica, ….., una persona nella Chiesa.
Perché non predichiamo noi stessi, ma Cristo (come dice S.Paolo nella 2a lettura di oggi)
Senza dire che poi è Gesù stesso che si fa piccolo perché diventiamo grandi noi, si fa servo per lavare i nostri piedi, Si fa crocifisso per essere nostro perdono e nostra pace.
Isaia 30,18-26 Il Signore aspetta con fiducia per farvi grazia, per questo sorge per avere pietà di
voi, perché un Dio giusto è il Signore; beati coloro che sperano in lui.
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 4,1-6 Noi non annunciamo noi stessi ma Cristo
Gesù Signore.
Vangelo secondo Giovanni 3,23-32 “Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico
dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia
è piena. Lui deve crescere; io invece diminuire”.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale