Chissà quando e a chi Maria avrà detto di questo momento così intimo dell’Annunciazione. La sobrietà del racconto, più che nascondere qualcosa, ci rivela la figura di Maria: la sorpresa e il turbamento ci fanno immaginare come si sarà chiesta: cosa mi sta capitando?
Il “molto turbata” è segno di come Maria non sia stata animata da una fede superficiale, frettolosa, “credulona”, incentrata sul vanto di essere stata prescelta.
Non è indice di poca fede (come lo sarà per Zaccaria), ma di un atteggiamento libero, responsabile.
E infine il suo “eccomi”, dopo aver sentito che anche Elisabetta attendeva un figlio, ce la fa immaginare nella pace, animata da una fede che arriva davvero a mettersi, con fiducia incondizionata, nelle mani di Dio. Potremmo dire che è la storia, per accenni, della vocazione di Maria a portare Gesù.
Ritroviamo in Maria, nel suo modo di essere madre di Gesù, e poi in ogni momento della sua vita, la logica espressa da Giovani Battista: “che Lui cresca e io diminuisca”.
Se in Maria celebriamo la maternità fisica di Gesù, ricordando la parola di Gesù: “Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”, ognuno di noi è chiamato a custodire nel proprio cuore e poi a generare (= comunicare) Gesù.
E’ commovente vedere la cura e perfino l’eroicità di tante mamme nei confronti dei loro bambini.
Immaginiamo così anche Maria verso Gesù, insieme a Giuseppe custode di entrambi.
Maria ci insegni e ci aiuti a come custodire Gesù in noi, a come portarlo agli altri accettando di scomparire noi, e custodisca anche noi che non gli siamo stati affidati da un angelo, ma da Gesù stesso dalla Croce.
Isaia 62,10-63,3 Dite alla figlia di Sion: “Ecco, arriva il tuo Salvatore; ecco, egli ha con sé il
premio e la sua ricompensa lo precede”.
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 4,4-9 Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate
lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!
Vangelo secondo Luca 1,26-38 “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed
ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale