DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DEL BATTESIMO DI GESÙ



Dal Vangelo emerge anzitutto come il Battesimo di Gesù scaturisce dalla Trinità:

  • vi è il Padre che proclama Gesù suo Figlio nel quale si compiace per la sua obbedienza filiale, non servile;
  • vi è il Figlio che ricevendo il Battesimo rivela la sua missione di essere mandato dal Padre per la salvezza degli uomini;
  • vi è lo Spirito che ricolma Gesù della sua divina presenza per abilitarlo a compiere la sua missione.

Ricevuto il Battesimo, Gesù rimane in preghiera: rimane cioè in quella comunione trinitaria nella quale si radica la consapevolezza della propria missione e dove attinge la forza per attuarla.

Ponendosi nella fila dei peccatori, Gesù si pone dentro il cammino di tutta l’umanità: si pone come medico fra i malati, lasciando che la nostra iniquità ricada su di Lui, e portando Lui per noi il peso dei nostri peccati.

Questo gesto troverà compimento sulla croce quando nell’offerta libera di se stesso, anche pregherà per i suoi crocifissori.

Il Battesimo di Gesù ce lo mostra come “la mano che il Padre tende a noi peccatori” (v. 2° canone penitenziale); come presente anche nel nostro tempo e nella nostra storia per salvarla, facendosi carico anche oggi di tutto il nostro male morale; così Egli diventa il vero fondamento della fraternità fra tutti i popoli: Lui, nostro perdono e nostra pace, noi, popolo di perdonati e resi figli di Dio.

Anche noi, come Gesù, abbiamo bisogno di restare in preghiera, di stabilire questo legame con il Padre attraverso la forza dello Spirito  che prega in noi, e in comunione con Gesù.

Noi abbiamo già ricevuto il Battesimo, ma ci rimane il   sacramento della Confessione, che è come la rinnovazione delle scelte battesimali.

Lì posiamo riaccenderci di passione per il Regno.

Lì possiamo ritrovare la comprensione della nostra missione (“voi siete il sale della terra, ma se il sale perde il suo sapore?…) e la forza per attuarla.

Da lì si può ricominciare e da lì ognuno può sentirsi  dire “tu sei il mio figlio o figlia prediletta”, perché    ogni uomo è unico per Dio.


Don Gabriele
vicario parrocchiale

 

 

 

 

 

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