Il Vangelo di oggi è come la preparazione di Gesù al suo ministero pubblico e soprattutto al compimento della sua missione, fino alla morte e risurrezione, cioè la Pasqua.
Raccogliamo tre attualizzazioni.
- “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo”. Non dobbiamo pensare che lo Spirito volesse far cadere Gesù nelle tentazioni del diavolo; lo Spirito conduce sì Gesù nel deserto, ma non per farlo cadere, bensì perché ne venga messo in evidenza il suo essere Figlio di Dio e la sua forza morale. Anche per noi, è nelle prove e nelle difficoltà della vita che manifestiamo ciò che realmente siamo, mentre è la mollezza della vita l’arma propria con la quale il diavolo, specialmente nel mondo in cui viviamo, cerca di allontanarci dall’umanità che c’è in noi, dagli altri e da Dio: la mollezza che diventa ricerca di piacere e di comodità senza riguardo per alcuno.
- Il deserto e il digiuno hanno senso e valore se fanno emergere ciò che davvero conta, e per Gesù – lo si capisce dalle sue risposte nelle tentazioni – ciò che conta è il Padre e la sua volontà. Anche per noi ogni rinuncia o proposito quaresimale hanno senso e valore se esprimono la nostra adesione al Padre e alla sua volontà. Mettendosi in questa situazione di deserto e di prova, Gesù fa suo anche il cammino faticoso di tutta l’umanità quasi volesse dire ad ogni uomo: “Io sono con te, nel luogo della tentazione e della prova, ma anche nel luogo del silenzio e delle scelte più profonde e importanti. Non farti trascinare via da facili illusioni o da inganni che ti fanno perdere la tua umanità, il tuo legame con gli altri e il tuo essere figlio di Dio”.
- Il cammino di Gesù che ci propone oggi il Vangelo si attualizza per noi nel camino quaresimale. Come per Gesù la sua permanenza nel deserto è stata sì di privazione, ma perché emergesse ciò che davvero per Lui contava sopra ogni cosa (dirà: “Mio cibo è compiere la volontà del Padre mio”), così anche noi siamo sospinti dallo Spirito in questo tempo quaresimale che è sì tempo di rinuncia e di penitenza, ma perché la nostra vita diventi più ricca di significato e di valore, più pienamente umana e santa, più conforme al vero discepolo di Gesù.
E con noi, dice Papa Francesco, anche tutta la creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio (Rom. 8,19); cioè: se l’uomo vive da figlio di Dio, egli fa del bene anche al creato, risanando in esso le ferite causate dal proprio peccato.
Don Gabriele
vicario parrocchiale