PASTURO – Per quella consulenza affidata al genero, Stefano Galli dovrà risarcire Regione Lombardia con 196.600 euro.
Lo aveva deciso nel 2017 la Corte dei Conti, nello strascico del processo Rimborsopoli che ha visto condannati i due valsassinesi insieme ad altri 50 imputati; lo ha confermato pochi giorni fa la Corte di Cassazione a Sezioni unite (Civili) respingendo il ricorso dei legali di Galli contro il pronunciamento della magistratura contabile.
> LA SENTENZA DELLE SEZIONI UNITE DELLA CASSAZIONE
Nel processo sulle spese pazze in Regione il politico di Pasturo, all’epoca capogruppo della Lega Nord in Consiglio Regionale ed oggi avvicinatosi ai movimenti di estrema destra, ricevette la pena più alta: 4 anni e 8 mesi per i reati di peculato e truffa, i fatti contestati dalla corte erariale sono una consulenza da 196.600 euro al genero Corrado Paroli – pure lui condannato a 2 anni e mezzo, unico non-politico tra gli imputati – e il rimborso di seimila euro per il matrimonio della figlia con lo stesso Paroli (foto a sinistra).
Ebbene, la Corte dei Conti ha stabilito che Paroli, descritto come “operaio imbottigliatore di acque minerali in possesso della licenza di scuola media“, non ha espletato la prestazione richiesta in quanto privo di “professionalità e competenza che l’incarico esigeva”.
La Corte descrive quindi un Galli “sprezzante dei propri doveri” e il ricorso non è stato accolto dal momento che lo stesso Paroli, interrogato in fase di indagine dagli investigatori della Guardia di Finanza, descrisse il rapporto di collaborazione e la riconferma “riguardante in realtà tutt’altro, ossia lo svolgimento di attività di propaganda per il movimento politico commissionatagli direttamente dal suocero”.
DAL NOSTRO ARCHIVIO: