CASARGO – Sgomberiamo subito il campo da qualsiasi possibilità di incomprensione, contestazione, ipocrisia o manipolazione della realtà: il simbolo della lista che candidava Giovanni Pasquini a sindaco di Casargo comprendeva a sua volta due loghi chiarissimi e inequivocabili:
A sinistra quello ufficiale della “Lega Salvini Lombardia“, a destra il tondo di “Insieme per il futuro“- ovvero la lista che vinse portando l’esponente del PD Pina Scarpa alla carica di prima cittadina. Protagonisti dunque un rappresentante leghista – con chilometrico curriculum lumbard e di provatissima fede, tanto da firmare i suoi documenti con eloquenti Saluti padani – e una figura solidamente inserita nel Partito Democratico lecchese, tanto da essere stata candidata (perdente anche lì) alle recenti elezioni per la segreteria provinciale dei Dem.
Semplice quindi, ma lo ripetiamo a uso di chi proprio non voglia metterselo in testa: la lista “Uniti per Casargo” era e rimane un esperimento, poi fallito miseramente nelle urne, di accordo tra un uomo della Lega e una donna del PD. Intesa smentita (inutilmente) dai comunicatori piddini ma arrivata al seggio dell’Alta Valsassina in misura precisa e “plastica”.
La sindaca uscente e non ricandidabile si è spesa poi in tutti i modi per portare acqua (voti) al mulino del Pasquini “di via“. Noto a tutti lo sforzo della prima cittadina di lungo corso di procacciare consensi al padano Doc, quanto era ufficiale la componente “Scarpiana“ della maggioranza di ieri all’interno della lista di oggi. Ovviamente quella dello stesso Giovanni Pasquini.
Tutto chiaro, fin qui?
Arriviamo allora al dunque, ovvero ai numeri. Quelli che in politica non rappresentano “molto”, ma “tutto”. E le cifre dell’Election Day di Casargo sono limpiede. E impietose.
La grafica che pubblichiamo di seguito confronta infatti i risultati delle DUE votazioni di domenica: gli elettori di Casargo hanno infilato nelle urne le loro schede, due appunto (una per le Europee, l’altra per le Comunali), ma non hanno per nulla confermato la prima scelta con la seconda preferenza, anzi…
Se infatti l’indicazione “Europea” è stata decisamente pro Lega (50%) e con un PD terza forza quasi al 12 (totale circa 62%), il famoso candidato “Lega-PD” per il Comune ha preso meno della metà dei consensi (solamente il 26%). Una scelta tanto netta quanto clamorosa, una stroncatura totale dell’inedito accordo pre-elettorale, evidentemente così poco gradito dai residenti in paese da subire una bocciatura fragorosa.
Si spiega così il record di preferenze a favore del Pasquini “locale” (Antonio), un voto massiccio e quasi senza precedenti – a Casargo e in Valsassina – che ha cancellato anche qualche remora da parte di una certa area della popolazione, che sembrava poco incline a scegliere “Ato” per questioni diciamo così storiche, connesse ad amministrazioni precedenti.
Il messaggio lanciato è stato potente: un NO secco, certamente al candidato sindaco paracadutato da altrove, ma anche e forse soprattutto al recente passato, a una figura di sindaca che dopo l’uscita dal Cda dell’Alberghiero e la sconfitta nel PD (appoggiando Agnese Massaro, battuta dalla Maldini) ora incassa anche questa débacle. Apparentemente, una pietra tombale sulla carriera politica di un personaggio che ha comunque segnato un’intera epoca, nella politica e nell’amministrazione della cosa pubblica di Casargo e non solo.
RedPol