CASARGO – La sberla l’ha ricevuta nelle urne, dove ha preso meno di 3 voti su 10 dagli abitanti di Casargo – mentre in Italia la Lega era un’onda travolgente.
Poi però Giovanni Pasquini, candidato leghista ufficiale con tanto di logo alle comunali in Alta Valle, appoggiato dalla sindaca PD uscente, ha dovuto subire una seconda dimostrazione di forza in occasione dell’insediamento da sindaco del suo rivale omonimo.
E quando ha visto in prima fila otto sindaci della zona e il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi, in una sala civica bella piena – non per lui, ma per applaudire il suo avversario – non gli è rimasto che il silenzio.
Di fronte a un “picchetto d’onore istituzionale” che racconta della stima e del riconoscimento delle capacità di Antonio Pasquini nel costruire ponti saldi che aiutano i territori a crescere. Viene dall’esperienza in Regione e anche il legame con la Regione Lombardia risulta da questa prima fila confermato. Tutto ciò nel medio Comune di Casargo.
Tornando al silenzio dei perdenti, rare volte, al cronista politico è capitato di assistere a un “non pervenuto” da parte dell’opposizione, in occasione di un primo consiglio comunale post elezioni. Rarissime.
Ma il mutismo della lista di minoranza a Casargo risalta ancor di più se si considera il “dopo consiglio“: passano infatti solo pochi minuti dalla chiusura della seduta di celebrazione per Antonio, il Pasquini primo cittadino, che l’altro Pasquini, quello sconfitto nelle urne, inizia a parlare.
Via Facebook.
Venti parole in forma social, contro una (“presente“) pronunciata tra persone fisiche e non virtualmente, in aula.
Il Pasquini giunto secondo su due non ha praticamente parlato, davanti al pubblico in carne e ossa; ma si è immediatamente attivato in Rete. Polemizzando sulla “propaganda” altrui.
Certo, il suo leader, quello col nome sul logo elettorale – non propriamente fortunato, a Casargo – bada molto ai “like“.
Ma poi lui, Salvini, i voti li prende anche nelle urne, dove contano davvero.
Una lezione da apprendere, specie quando si gioca “fuori casa” come successo – disgraziatamente per lui -, al Pasquini perdente.
VN