DA PRIMALUNA AL CFP DI CASARGO: ESSERE SFOLLATI DA UNA SETTIMANA



CASARGO – Da una settimana una ventina di persone sfollate da Primaluna dopo il disastro del maltempo sono alloggiate nella struttura del CFPA di Casargo.

Cinque famiglie in tutto, tutte di Cortabbio, cinque famiglie che nella vita normale sono solo vicini di casa, ma ora stanno affrontando questa esperienza tutti insieme.

Si cerca di passare il tempo come si può. Un signore sotto il pergolato fa un cruciverba. Madre e figlio conversano nella sala interna.

C’è chi passeggia nel cortile. Un’anziana all’ombra cerca di occupare il tempo lavorando a maglia. Sta facendo una coperta per i volontari della Croce Rossa di Premana.

Ogni giorno 24 ore su 24 due volontari del comitato di Premana assistono gli sfollati.

La signora Baruffaldi ha 79 anni. si trova qui con il figlio. “S,a non è la prima volta che mi succede, me lo ricordo bene avevo solo 9 anni ma mi ricordo l’acqua in casa – confida – me lo ricordo benissimo: era il 10 agosto del ’49”.

Quella fatidica mattina di giugno del 2019, invece, era in ospedale per una visita e da quel giorno è una sfollata.

Sono tutti molto gentili e riconoscenti dell’ospitalità, ma nell’aria si respira nervosismo. “Sono giorni che ci dicono domani ritornate a casa, ieri si è addirittura rotto il tubo della fogna o dell’acqua e ci hanno informato che non possiamo rincasare – si sfogano – siamo stanchi, vogliamo tornare a casa nostra”.

“Qui ci trattano bene, ma quando vogliamo muoverci dobbiamo dire quando usciamo e quando rientriamo” racconta un signore.

Ai nuclei familiari sono state date in totale 5 stanze che durante l’anno sono riservate agli studenti. Alcune famiglie hanno deciso di alloggiare unite, come una  di immigrati con tre bambini. Altre si sono sistemate dividendosi tra maschi e femmine. “Almeno non ho dovuto sopportarlo io, mio marito, per ‘sta settimana” scherza una signora, indicando il coniuge.

“Siamo trattati bene, ci tocca dormire con le finestre aperte ma il cibo è ottimo”.

Nonostante tutto quello che stanno passando sono molto socievoli. Quale testimonianza migliore di un disegno fatto da uno dei bambini presenti nella struttura, che ringrazia: “Quando tornerò a casa so già che mi prenderanno tutti in giro, che mi sono fatta una vacanza al fresco con gli chef che mi preparavano da mangiare…” scherza.

La speranza naturalmente è che a breve tutti possano tornare nelle proprie case e alla normalità

Michela Riva

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