COMUNE UNICO DELL’ALTOPIANO: DETRATTORI PRONTI CON UN COMITATO REFERENDARIO. CHI È A FAVORE INTANTO…



ALTOPIANO VALSASSINESE – L’un contro l’altro armati (anche se non mancheranno smentite, specie dal fronte “pro“) due soggetti già si contrappongono poche settimane dopo i rinnovi di tre dei quattro Comuni dell’Altopiano.

E il tema è proprio quello: da 4, c’è chi vuole che si scenda a una sola amministrazione per tutta l’area in questione.

Un aggregato di circa 4.ooo abitanti, con tantissime seconde case, diverse problematiche comuni ma anche qualche motivo di “divisione”. C’è campanilismo però non mancano nemmeno ragioni economiche e politiche per alimentare un dibattito che dura da molto e che spesso richiama una parola ‘magica’: referendum.

Si diceva del voto dello scorso 26 maggio. Che ha avuto due conferme quasi scontate (a Moggio e Cassina, dove correva una sola lista per ciascun municipio), mentre il fatto nuovo si è registrato a Barzio dove dopo due mandati è “caduto” uno strenuo difensore dell’autonomia dei Comuni – quantomeno del suo – ovvero Andrea Ferrari.- sconfitto nelle urne da Giovanni Arrigoni Battaia che invece propende per l’unione.

Va detto che, al di là del risultato delle recenti amministrative, la cosiddetta “indipendenza” barziese è comunque un tema piuttosto sentito e in effetti è stato e resta a tutt’oggi l’ostacolo principale per qualunque velleità di “fusione” (aspetto questo altrettanto presente negli altri tre paesi vicini).

“Presa” Barzio, i fautori dell’unione dell’Altopiano si stanno già muovendo. Le malelingue parlano di un ‘cappello’ posto sopra al lavorio in corso a poco più di un mese dalle elezioni: una “commissione sulle Olimpiadi” con le quattro municipalità a studiare come muoversi – ufficialmente per “avvicinare” la Valle a Milano e alla Valtellina, ma forse anche in vista di accordi sempre più stretti fra i quattro borghi confinanti.

Animatore dei “pro fusione” secondo i più l’ex sindaco di Moggio Umberto Locatelli – n. 1 in Valle di Forza Italia e già segretario provinciale del partito berlusconiano.

Il quale, alla domanda se sia o meno favorevole al Comune Unico risponde “In linea di principio non sono contrario ai matrimoni, anzi posso dire che se funzionano sono di esempio anche agli scettici. Però non bisogna avere fretta di correre all’altare, anche perché se si sbaglia poi sono dolori. Io dico che occorre andare per tappe. Innanzitutto vale il detto “si piglia chi si somiglia “. Quindi è basilare avere un progetto che unisca le parti, un’idea di sviluppo condivisa tra i Comuni. Infatti oggi quello che manca e che va ricercato è avere idee in comune. È questo il lavoro più importante. Individuato poi il progetto sarà determinante coinvolgere i vari attori e cittadini nel prosieguo. Non tenerlo nelle segrete stanze. Dopodiché si può parlare di fidanzamento e verificato che tutto funziona allora si potrà pensare ad altro. Non dimenticando però una cosa e cioè che il Popolo è sovrano, sempre! Quindi se alla fine la maggioranza dei residenti è contraria si resterà come si è. Però voglio concludere che nonostante ciò, e anche se non si arrivasse a realizzare il comune unico, sarebbe già un bel passo avanti se si riuscisse ad avere idee in comune“.

Non che i suddetti Comuni non stiano già da tempo lavorando insieme. Anzi.
Sul piano della messa in comune (il gioco di parole ci sta) dei servizi, l’Altopiano è avanti e in realtà il poco che manca da “fondere” risente più che altro di inghippi connessi a personale e soprattutto indennità – quelle dei responsabili dei servizi che inevitabilmente perderebbero ruolo e relativi soldi, in caso di integrazione dei servizi medesimi tra le amministrazioni ora indipendenti l’una dall’altra.

Ma arrivare alla fusione vera e propria è un altro paio di maniche. E passa forzatamente per lo scoglio di Barzio.
E non solo.

1 – “Sogno” Comune unico: tutti insieme Moggio, Cassina, Cremeno e Barzio
.

Secondo informazioni attendibili raccolte da VN, è infatti al lavoro anche il “fronte opposto”, un comitato pronto a costituirsi in forma ufficiale per contrastare eventuali tentativi di unificazione dei Comuni. Per adesso, sarebbero all’opera soggetti di Barzio (ovvio…) ma pure a Maggio di Cremeno.

Una frazione quest’ultima che conta più abitanti del centro del paese e a sua volta vive spinte autonomistiche tali da vedere di buon occhio, per molti, posizioni negative rispetto all’ipotesi di Comune unico.

2 – Scenari diversi: a sinistra Comune a tre (senza Barzio), a destra ipotesi ‘fantapolitica’ senza Maggio e Barzio

Commissione da una parte, comitato per il no dall’altra. Se ci sarà un referendum per la fusione – nel quale come noto chi lo lancia deve poi avere il sì di TUTTI i municipi coinvolti – si prospetta uno scontro durissimo e per nulla scontato negli esiti. Anche perché la Regione (competente in materia) è già intervenuta in altri casi sui risultati di consultazioni di questo genere e dunque in caso di un 3-1 ovvero del “no” solo di Barzio, da Milano potrebbe giungere il via libera alla fusione.

Ecco l’importanza del lavoro in corso a Cremeno, dove Maggio ha più voti del centro paese e più voglia di “rimanere come ora”.

RedPol

 

 

 

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