Egregio direttore,
ho un figlio di sedici anni che, con mia somma gioia, negli ultimi tempi ha approfittato della conoscenza con nostri cari amici che hanno un agriturismo, per darsi da fare e dare loro una mano nei giorni festivi per il servizio ai tavoli.
Ci siamo attrezzati per la retribuzione attraverso i buoni lavoro iscrivendolo all’INPS, e come può immaginare eravamo strafelici di non vederlo bighellonare tra computer e cellulare, convinti di quanto sia prezioso per i nostri giovani confrontarsi fin da subito col mondo del lavoro. Per inciso, i nostri amici hanno dovuto penare già per i “voucher“: c’è voluto più di un mese anzi due per attivarli…
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Lettera. La burocrazia stritola l’economia reale. E mio figlio resta a casa