SOGNANDO LA SVIZZERA E PIANGENDO LA CATALOGNA. PAGLIARINI A MAGGIO: “SE SALVINI PARLASSE PIÙ DI FEDERALISMO LA LEGA SAREBBE SOPRA AL 50%”



CREMENO – Lacrime, libertà ed esuberanza, quella che viene da una idea che si ritiene fresca. Giancarlo Pagliarini, 77 anni, ieri sera era a Maggio di Cremeno a parlare di federalismo, un ritorno alle origini della Lega.  Sempre schiettamente critico con Salvini anche se mai polemizzare con il leader padano. “Se Salvini parlasse di più di federalismo la Lega potrebbe attrarre voti oltre il 50%” ha azzardato, forte della sua previsione di tre anni fa che lanciò al 17% il Carroccio quando nessuno vedeva all’orizzonte il traguardo.

I più giovani forse non ricordano Pagliarini, che dalla Lega uscì nel 2007 virando verso la Destra e poi nel 2013 in Fare per fermare il declino di Giannino. Ma questo commercialista laureato alla Cattolica, revisore dei conti, è stato ministro dell’economia e programmazione nel primo governo Berlusconi, senatore e deputato, il suo nome viene associato all’ideologo Gianfranco Miglio tra i teorici del Carroccio.

A Maggio è arrivato invitato dal consigliere regionale Antonello Formenti e dal gruppo di minoranza del paese ‘La voce‘ a rispolverare concetti che nell’attuale dialettica politica si sono sbiaditi come la “libertà”.

Ad ascoltarlo si è presentato un pubblico piuttosto eterogeneo, all’interno del quale si notavano anche volti giovani.

Moderava Nadia Alessi di Valsassinanews.

Penna rossa con effige della Svizzera, agenda rossa con effige della Svizzera, se qualcuno poteva avere dei dubbi… Sì, Pagliarini fonda le radici della sua idea di federalismo nel modello elvetico. Sogna una Italia con parlamenti territoriali, cantonali, dove lo Stato non è accentratore, ma esecutore di volontà espresse e concertate localmente. In Svizzera i cantoni sono 26, quanti dovrebbero essere in Italia? – chiedono dal pubblico. Ma lui è interessato più a far crescere la cultura del federalismo e non si ferma a questo dato operativo.

Anche l’autonomia votata con il referendum regionale del 22 ottobre del 2017 gli sta stretta. Certo Maroni fece un passo in avanti, ma per il Paglia anche questa concezione vede sempre lo Stato come un soggetto che concede e gli dà fastidio. S’infervora: “Non siamo sudditi, non esistono più i re e gli imperatori, si deve girare il verso. Sono i cittadini a dover decidere  e non viceversa”.

Le lacrime: lacrime vere sono per la Catalogna. Dove “Ancora 400 persone sono incarcerate senza processo. Lì tendenzialmente sono di sinistra, ma avevano ottenuto alcuni accordi verso il federalismo, poi stracciati dal governo di destra di Mariano Rajoy”. Spiega il Paglia che essendo stato a Barcellona come osservatore internazionale durante il referendum del 2017 dei catalani, ha visto botte a cittadini inermi.

> PROCESSO AI PRIGIONIERI POLITICI CATALANI

Sull’Italia semina qua e lì critiche all’attuale condotta di governo e indirettamente a Matteo Salvini. Flat tax e reddito di cittadinanza bocciate, la politica fatta per il potere e per raccogliere voti: bocciata. “Non si deve seguire la pancia degli elettori ma dare servizio alla nazione”.

Sulla governabilità di tale sistema richiama il terzo preambolo della Costituzione svizzera, in cui si onorano le diversità presenti in quell’area. “Non siamo tutti uguali, siamo diversi” ricorda. Ma il Meridione italiano non verrebbe penalizzato? “Al contrario, i fondi per i singoli capitoli di spesa sarebbero identici; semplicemente ogni territorio può decidere come spenderli e se sa essere efficiente può anche ottenere del risparmio utile per gl’investimenti”. Che male c’è a voler migliorare?, chiede.

In questo discorso c’è anche la scuola, qualcuno fa notare che in Stati federali come la Germania e gli Stati Uniti l’istruzione territoriale ha creato aree di serie A (le coste in Usa e la Baviera, ad esempio) e di B. L’importante è mettersi d’accordo, dice Pagliarini: provare per vedere che cosa va meglio. In uno Stato federale non ci sono maggioranza e minoranza ma concertazione e la ricerca di sinergie tra le diverse posizioni.

In effetti in Valsassina e a Lecco il lavorare insieme da diverse posizioni per ottenere un unico obiettivo è già in atto. È successo per le Aree Interne (Forza Italia, Pd e Lega) e ora sta di nuovo accadendo per le Olimpiadi 2026. Su quest’ultimo tema Formenti, della Lega, ha rivelato di lavorare a stretto contatto di gomito con il consigliere di Forza Italia Mauro Piazza.

Pensioni, infine. Pagliarini ne teme l’effetto sul debito pubblico, le vorrebbe tutte contributive. Qui Formenti ha detto di avere pronta una proposta per una modifica regionale sui vitalizi dei politici. Perché anche le remunerazioni degli eletti dovrebbero essere sottoposte a contribuzione, come lo è qualsiasi reddito lavorativo.

G. D. B.

 

 

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