CASARGO, “DAL 1° AGOSTO NON SI SOTTOVALUTA PIÙ NULLA”. CITTADINI ATTENTI E PARTECIPI DAVANTI ALLE SPIEGAZIONI DEL GEOLOGO



CASARGO – L’incontro organizzato dal Comune di Casargo martedì sera ha riempito la sala civica fino a lasciare in piedi non pochi cittadini. Una serata dove il sindaco, la giunta e i tecnici hanno illustrato gli eventi catastrofici di agosto e si sono resi disponibili a risponde a tutte le domande poste.

Il sindaco Antonio Pasquini ha innanzitutto ringraziato di cuore tutti i proprietari terrieri che, in questi giorni, hanno permesso, a lui e ai tecnici, di avere accesso alle valli e ai punti più critici. Il geologo Massimo Riva ha esposto gli eventi del primo e del sei agosto. Le bombe d’acqua che si sono riversate, nel primo caso sopra l’Alpe Giumello e nel secondo proprio sopra l’abitato di Casargo, sono state le cause scatenanti degli eventi catastrofici che hanno interessato il territorio.

Impressionanti i dati rilevati, soprattutto ipotizzando che siano inferiori agli effettivi perché le stazioni meteorologiche più vicine sono a Cortenova e di Pagnona. Per questo è anche stato chiesto di installare al più presto sui due versanti della valle delle stazioni di monitoraggio per permettere di prevenire e immediatamente informare la popolazione, se mai dovessero accadere avvenimenti simili.

Il quantitativo di acqua scesa nel “quarto d’ora di fuoco” del 6 agosto è quantificato in 120 millilitri, e il tempo di ritorno, ovvero il tempo che intercorre tra due eventi simili, di ben duecento anni. Tradotto: si stima che nello stesso luogo un altro evento di tale entità potrà accadere solo tra due secoli.

Scatenante in entrambi gli episodi è stato l’incanalarsi delle acque che, non assorbite dal terreno già saturo dalle precipitazioni delle giornate precedenti, si sono riversate nelle piccole valli portando con sé fango e detriti. “Sono sempre state valli tranquille, in centinaia di anni non sono mai avvenuti eventi metereologici di questa intensità, pertanto non hanno mai dato problemi – spiega Riva – però le due bombe hanno caricato il Pian delle Betulle e l’Alpe Giumello, e le acque incanalatesi sono arrivate a valle trascinando di tutto”.

Localizzare il punto di partenza di tutto è molto importante per poter intervenire in futuro, magari deviando le acque, e per scongiurare eventi simili. “Stiamo valutando la possibilità di deviarle nel Valvarrone” commenta Pasquini.

In questi giorni i tecnici hanno perlustrato le zone interessate, l’evento ha per cosi dire “pulito le valli” dai detriti accumulatisi negli anni. Si parla di sassi e rami nella maggior parte dei casi, ma come fa notare Pasquini, la Valle di Corda era la discarica delle Betulle. Si stima 6mila metricubi di materiale sceso solo nella Valle della Corda, e quasi la metà e stata trattenuta dalle briglie. Per fortuna queste opere di sbarramento hanno tenuto, impedendo all’intera massa di materiale di riversarsi a valle.

La Valle Spirsol, inferiore di grandezza, ha portato a valle la stessa mole di detriti il 6 agosto, per questo l’evento è stato più tragico. Anche grandi massi si son stacca dal Sasso Dragone e sono arrivati fino in paese.

Immane l’opera del Comune per ripulire tutto in così poco tempo anche pensato al periodo festivo nella quale siamo. Oggi si provvederà, per esempio, ad intervenire a Somadino. Tuttavia per tornare alla normalità i tempi si stanno allungando. Ora si stanno valutandole priorità, Valle Spidsol e Della Corda sono in cima, a seguire Palio e Santa Margherita. La burocrazia è molta, basti pensare che la rimozione del grosso masso, che dovrà avvenire tramite l’utilizzo di esplosivi, è ora ferma. Manca l’autorizzazione da Verona per il trasporto delle polveri da sparo.

“La possibilità che l’evento si ripeta è nettamente diminuita, la colata ha ripulito tutto, non creando frane e non erodendo le sponde – tranquillizza l’esperto -. Adesso l’importante è ripulire tutto e in una seconda frase dovrà essere rifatto tutto il Pgt, molte valli non erano neppure mappate dal catasto demaniale non essendo state attive da decenni”

“Io c’ero trent’anni fa quando sono venuti gli i sassi dal Mandico, non va sottovalutato” interviene una signora dal pubblico. “Dal primo agosto non si sottovaluta più nulla!” Immediata e perentoria la replica del sindaco: “Ho litigato con la regione e con la Dottoressa Ballorè per il pronto intervento su tutto il territorio. È importante ora anche fare le segnalazioni al Comune per permettere la somma urgenza – prosegue Pasquini – e vorrei istituire altre serate come questa per mettere al corrente i cittadini di tutto”. Questa procedura infatti si attiva dal momento della segnalazione e non dall’evento scatenante, permettendo agli enti incaricati di intervenire nel territorio, ripulendo e ristabilendo le cose.

Subito i cittadini hanno segnalato l’ostruzione dei canali interrati sotto il Comune, ostruzioni di canali e delle cascate a Indovero, e la pessima situazione della zona disboscata nell’Alpe Palio. Urgente è ripulire e rimettere in sicurezza la zona. Ciò che si farà non sarà nell’immediato, come ad esempio in zona Santa Margherita, dove si pensa di mettere degli “ombrelli”, strutture ancorate alla roccia per la messa in sicurezza da possibili cadute di detriti.

Tutti gli interventi dovranno essere performanti, dovrà essere studiato tutto attentamente, facendo anche delle previsioni e simulazioni” sancisce il sindaco. Per far ciò c’è bisogno di un gran studio e di progettazione, e per questo sono già stati chiesti i fondi ma si parla di tempi lunghi dai tre ai cinque anni. Tutti gli interventi avranno costi elevatissimi della quale non si è ancora riuscito a fare un bilancio.

“Ma quando si rientra?” chiede uno della dozzina di sfollati. “In giornata valuteremo il rientro condizionato agli eventi atmosferici” è la risposta del sindaco.

La serata si è conclusa con un fragoroso applauso quando un cittadino ha fatto notare l’unione e l’impegno di tutta la popolazione nel far fronte comune all’evento che ha messo in ginocchio la valle. Si respira un aria di speranza sul da farsi, di profondo orgoglio per tutto ciò che è stato fatto e di voglia di rialzarsi.

Michela Riva

 

 

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