DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA PRIMA DEL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI



Ancora una volta emerge dalla domanda dei discepoli quel desiderio di primeggiare che c’è nel cuore di ogni uomo: “Chi è il più grande nel Regno dei cieli?”. Lo si vedrà ancora nelle parole della madre di Giacomo e Giovanni che chiederà un posto privilegiato accanto a Gesù per i suoi figli. Farà anche da contrapposizione al gesto di Gesù della lavanda dei piedi: “I capi delle nazioni le comandano; fra voi però non sia così”. Gesù sconvolge questi nostri pensieri e atteggiamenti e ci indica come vera grandezza, quella riconosciuta nel Regno di Dio, la piccolezza e il servizio.Addirittura: accogliere un bambino nel suo nome, piccolo non solo di età ma anche perché non conta agli occhi degli altri, è accogliere Lui.

Avevano già detto i Profeti che questo è il vero culto gradito a Dio.

Questo sconvolgimento dei nostri modi di pensare, di dare importanza ai posti che si occupano, ai titoli, alle persone, quali rapporti nuovi costruisce fra le persone? Ci piacerebbe un mondo senza prevaricazioni?

Anche noi ci troviamo impregnati della mentalità di voler primeggiare. Come Gesù ha pazientemente educato i suoi discepoli, lasciamoci educare anche noi: non a parole o astrattamente, ma attraverso le sollecitazioni che riceviamo dagli incontri e dai fatti della vita. Al contrario dell’accoglienza c’è invece lo scandalo: realtà attuale e drammatica. “Attuale” per quanto viene perpetrato contri i bambini e la loro innocenza e contro tutti i piccoli di ogni genere: come sulla loro pelle si cercano piaceri illeciti, si fanno guadagni, si difendono privilegi ed egoismi. “Drammatica” perché, dice Gesù, è inevitabile che avvengano gli scandali. Perché “inevitabile”? La parabola del grano e della zizzania spiega questa inevitabilità: è il mondo in cui viviamo che è fatto di bene e di male, e così è anche il nostro cuore.

In questo cammino ci sostiene la preghiera di Gesù nell’ultima cena: “Padre, ti prego per loro che sono nel mondo, ma non sono del mondo: custodiscili dal maligno”.

Ma anche per parte nostra, il taglio con questa mentalità del mondo fatta della volontà di prevalere in ogni modo sugli altri, deve essere netto e deciso, come il tagliarsi una mano o cavarsi un occhio pur di non cedere al male. Eleazaro, nella prima lettura della liturgia odierna, è un bellissimo esempio di questa decisione. Come lo è Gesù, con la sua radicale e di sempre avversione netta al male: “Chi di voi può accusarmi di peccato?”.


Don Gabriele

vicario parrocchiale

 

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