PREMANA – È di tutta evidenza lo stato di emergenza decretato sul territorio premanese in conseguenza delle ingenti piogge abbattutesi lo scorso 12 giugno, che hanno causato frane e crolli nella maggior parte dei versanti delle montagne che circondano il paese. Sono valide le ordinanze sindacali che rendono impercorribili, sia al transito pedonale che veicolare, le strade agro silvo pastorali e l’antica strada militare tutelata, che si diramano dall’abitato per raggiungere le residenze sulla maggior parte degli alpeggi.
Durante la criticità degli eventi, sono risuonati campanelli di allarme che hanno portato a diversi avvisi di pericolo, con conseguente evacuazione dell’area industriale del P.I.P. di Giabbio, dove prestano la loro opera centinaia di addetti, per il potenziale pericolo di esondazione del torrente che scorre adiacente ai capannoni industriali.
Nel mese di agosto, il paese per alcuni giorni ha subìto l’isolamento a causa di una frana abbattutasi sulla principale strada provinciale che collega il paese al resto del mondo, inficiandone la percorribilità.
Su sollecitazione di parecchi concittadini, i consiglieri di minoranza nella recente sessione del consiglio comunale hanno chiesto di attivare una moratoria temporanea sulla realizzazione delle nuove strade forestali sui già maltrattati versanti della montagna, condizionandola ad una disamina degli interventi da approntare per la messa in sicurezza, di quelle già esistenti e ad una analisi e sistemazione della regimazione delle acque che vi scorrono. Chiedendo altresì che la motivazione di ”pubblica utilità” delle nuove opere non sia disgiunta dalla valutazione della “pubblica incolumità” non solo per i compaesani, ma anche per coloro che risiedono nel paese alla foce del Varrone, il più sfruttato e manomesso torrente d’Italia.
Perché proprio nelle acque nel lago vanno a depositarsi i detriti e il fango che si staccano con i cedimenti e gli smottamenti sui fianchi della valle.
Nonostante questo quadro poco confortante, incurante dei considerevoli danni subiti dal territorio e che devono essere stati valutati alla stregua di danni collaterali sostenibili, Premana non si perde d’animo e va avanti. La priorità, nel bel mezzo del periodo ferragostano, diviene l’avvio del cantiere per i lavori di sbancamento della nuova strada sterrata che si snoderà a mezza costa, nel versante soprastante l’abitato del paese, che congiungerà l’alpeggio di Premaniga a quello di Deleguaggio.
Saranno state opportunamente valutate tutte le implicazioni, in particolare quelle di carattere idrogeologico e ambientale dagli esperti conoscitori della zona, con la giovane professionista del Collegio di Taranto che ha condiviso il progetto, ma continuare a incidere un territorio così fragile proprio alla sommità dell’abitato a più di un residente ha sollevato non poche perplessità e preoccupazioni. La strada si inoltrerà lungo il suo percorso, in una zona e in un ambiente naturale fra i più selvaggi e incontaminati di un territorio, che vale giusto la pena sottolineare, è patrimonio di tutti. Fra l’altro in un contesto e habitat unico, per la presenza e riproduzione di fauna selvatica, con specie protette nel territorio nazionale.
Questa iniziativa non resterà isolata, presto si concretizzeranno i lavori deliberati per un altro tracciato stradale proprio a ridosso delle abitazioni nella parte alta del paese. Intervento che aggiungerà volumi alla già critica quantità di acque piovane che si riversano nel centro storico del paese in occasione di eventi temporaleschi, già attualmente al limite della sostenibilità, Un cammino di azioni previste nel post-alluvione nel paese delle forbici, non proprio all’insegna della sicurezza e serenità.
Questo è il parere di non pochi cittadini, consapevoli che l’azione di protezione e cura dell’ambiente debba essere una delle priorità da salvaguardare.
G. d. G.