BARZIO – Doveva esserci una fronda, ma non c’è stata. Fino all’ultimo pareva ci potessero essere tre voti contro il nuovo direttivo e presidente, alla fine i “no” si sono trasformati in tre astensioni (due delle quali abbastanza morbide). E il vicepresidente che spettava di diritto all’opposizione manco è stato proposto – per l’inesistenza di una minoranza propriamente detta.
Insomma Umberto Locatelli e Mauro Piazza, registi nemmeno troppo occulti dell’operazione Comunità Montana 2019 possono gongolare, perché la non semplice pillola dell’ente “con la maglietta” (di Forza Italia) è stata digerita con grande facilità e soprattutto senza occlusioni di alcun genere. Nonostante le premesse battagliere specie da quel di Introbio, finite in nulla. Anzi, condite da parole grosse prima ma poi da una bella “disponibilità” in caso ci fosse spazio…
Ma andiamo con ordine.
Dopo la proposta di nomina del direttivo e la lettura del programma del presidente Fabio Canepari, si apre il dibattito con gli interventi dei presunti oppositori.
MAURO ARTUSI (Primaluna)
Pacato, toni mai elevati seppur deciso, il sindaco di Centro Valle apprezza le linee programmatiche del nuovo ‘governo’ comunitario (“Magari riuscissimo a realizzare tutto quello che è stato presentato”) ma non è contento della mancata inclusione nella stanza dei bottoni di Comuni rilevanti, che rappresentano oltre un terzo degli abitanti della Valsassina: il suo, Pasturo e Introbio.
Quindi annuncia l’astensione, non avendo “nulla contro le persone” ma disapprovando il metodo con cui è stata confezionato il nuovo vertice dell’ente.
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GUIDO AGOSTONI (Pasturo)
Più politico in senso stretto l’intervento del vicepresidente uscente, che lamenta a sua volta delle modalità di aggregazione dei voti che smentiscono la logica del “tutti insieme, tutti uniti” avvertita a luglio in un primo incontro in vista dell’assemblea di settembre.
Citando Paolo Rumiz, il delegato di Pasturo ravvisa analogie tra le difficoltà di coesione dell’Europa e quelle della Comunità Montana. “Rivendico l’idea di CM quale ente sovracomunale, che rappresenta TUTTI i Comuni un po’ come nel vecchio Consiglio di Valle e non solo un’appartenenza politica. Abbiamo tanti problemi da risolvere – ha detto poi Agostoni – ma così la strada si fa difficile fin dall’inizio. Anche perché in questo territorio la Lega prende il 50%, il PD il 15 circa ma Forza Italia solo il 10…”.
Pure lui però alla fine annuncia la propria astensione.
RICCARDO BENEDETTI (Introbio)
Accompagnato dal suo sindaco Airoldi – in tuta sportiva – e dal vice Brini, ma sopratutto da una vigilia densa di nubi minacciose originate proprio da Introbio, Benedetti non le manda a dire anche lui sul famoso metodo e sulle “magliette” (che lui dice di non avere). Dà degli “arroganti e padronali” a chi ha deciso i nomi di questo direttivo e ribadisce l’atteggiamento contrario alla politica nelle istituzioni, con veemenza e da consumato tribuno.
Poi però non solo smentisce le previsioni di voto contrario, diluendo la posizione in una comoda astensione (“non posso essere contrario da vecchio liberale a questa maggioranza di centrodestra”), ma arriva a mettersi a disposizione “se richiesto, a portare il mio piccolo contributo alla vostra attenzione”.
Arroganti e padronali dunque, ma degni di un piccolo contributo di Benedetti per Introbio.
Prima del voto c’è spazio anche per un denso discorso di Antonio Pasquini, sindaco di Casargo. Che rimette la politica, quella vera, al centro del dibattito. Rimprovera chi lo ha preceduto di avere mancato l’occasione di entrare nel merito dei programmi e delle idee per il futuro, lancia alcune proposte (riprendendo ad esempio quella del primo cittadino della Valvarrone Buzzella per un progetto pilota di centrale a biomasse) e smentisce chi ha parlato di numeri e di mancata rappresentanza del popoloso Centro Valle ai vertici della CM.
“In Provincia abbiamo portato il sindaco di un paese piccolo come Crandola – ha dettagliato Pasquini – senza chiedergli di indossare ‘magliette’. Io stesso, ha aggiunto, sono entrato in un gruppo pur non essendo tesserato con Forza Italia”.
“Io dal punto di vista politico – ha concluso – non porto una maglietta ma un’armatura, ingombrante e di cui vado fiero. Ma qui ho condiviso un percorso basato su progetti, azioni e obiettivi, non sull’appartenenza partitica”.
Infine, il battibecco con Airoldi, seduto nel pubblico che prova a contraddire Pasquini sul tentativo introbiese di organizzare una riunione di sindaci alternativa a quelle che hanno portato all’elezione di martedì sera.
“Un vertice al quale non hanno invitato nemmeno tutti i sindaci” attacca il primo cittadino di Casargo; “Noi abbiamo invitato tutti!” urla dalla platea quello di Introbio, smentito e bacchettato da Pasquini: “Lei non fa parte di questa assemblea e comunque no, non li avete coinvolti”.
In effetti, ha ragione il sindaco di Casargo: nell’elenco dei destinatari della ‘convocazione’ a villa Migliavacca mancavano Morterone e tutti i Comuni del Lago appartenenti alla Comunità Montana.
Comunque la serata si conclude col voto pressoché unanime a favore di Canepari e direttivo, ma pure senza la designazione del vicepresidente di spettanza delle minoranze dato che i tre “diversamente astenuti” non hanno proposto un loro nominativo: in effetti, anche per le caratteristiche delle differenti posizioni di Pasturo, Primaluna e Introbio più che di un’autentica opposizione si può parlare di tre Comuni “in ordine sparso“ (rispetto ai 22, più Sueglio commissariato, della maggioranza).
VN
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COSÌ IERI SERA ALL’ASSEMBLEA DELL’ENTE: