LECCO – Udienza questa mattina in tribunale per il clamoroso episodio di cronaca avvenuto il 12 giugno di due anni fa e conclusosi nel piazzale di Margno dopo una folle corsa “da film” fin da Bellano.
I due autoveicoli avevano dato vita a un incredibile inseguimento iniziato sulla SS 36 e terminato in quota, dopo un paio di incidenti sulla Provinciale che sale a Taceno e poi in Alta Valsassina. Giunti nel parcheggio al centro della località montana, l’auto inseguitrice condotta dall’ispettore di Polizia fuori servizio P. B. e il furgoncino “nel mirino” finalmente si fermarono; sul piazzale ebbe luogo una violenta discussione e secondo testimoni oculari dell’episodio, l’automobilista avrebbe estratto la pistola per minacciare il ‘rivale’ G. T. alla guida del furgone.
DALL’ARTICOLO DI VN DEL 17.06.2017
…ci arriva una testimonianza impressionante da parte di un residente a Taceno, la cui moglie ha assistito direttamente ad un “pezzo” dell’inseguimento:
“Lunedì poco dopo le 16:30 – ci scrive il lettore – mia moglie arrivava da Bellano e, all’altezza di Portone, si è vista superare da due auto che correvano da paura. Al punto che la seconda faceva un sorpasso folle prima di una curva, strisciando quasi l’auto davanti, che si fermava poco dopo con il conducente preso da choc. Erano sicuramente quei due pazzi che poi finivano al saloon di Margno…”.
Oggi in aula al palazzo di giustizia di Lecco la ricostruzione dell’accaduto, con le testimonianze del poliziotto (in forza alla Stradale di Bellano) e di alcuni testimoni convocati dal VPO Pietro Bassi – avanti il giudice Chiara Arrighi.
Il protagonista della vicenda, assistito dall’avvocato Fabrizio Consoloni, ha raccontato di avere notato mentre tornava a casa dal lavoro due automezzi i cui occupanti stavano litigando violentemente, all’altezza della Superstrada. A quel punto sarebbe intervenuto – anche se appunto fuori dall’orario di servizio – ma uno dei veicoli, un furgoncino, lo avrebbe speronato. Da lì l’inseguimento concluso a Margno.
Qui diventa delicata la dinamica dell’accaduto, perché la vicenda si fa seria sul punto dell’arma estratta da P. B. In tema ci sono state due deposizioni di testimoni oculari (un residente, S. M. e la sua collaboratrice domestica) che hanno dichiarato di avere visto da dietro una pianta dove si erano riparati la pistola “sempre puntata verso il basso”.
Un aspetto rilevante ai fini delle decisioni del giudice, comunque si sviluppi poi il dibattimento.
Sentito anche il maresciallo Taricco, comandante dei Carabinieri di Casargo giunti sul posto per calmare i contendenti dopo che la caserma dell’Alta Valle era stata allertata da una negoziante di Margno.
Il processo per minacce e violenza privata è stato aggiornato al prossimo 7 febbraio del 2020.
RedCro
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