PRIMALUNA – La scorsa settimana abbiamo preso in considerazione Ballabio, nel cui stemma, tra gli altri simboli presenti, compare la torre rossa, metafora della posizione strategica del territorio. Oggi invece, andremo a trattare di un’altra torre, simbolo di un borgo medievale che tutt’oggi mantiene le testimonianze storiche delle mura che la circondavano: parliamo di Primaluna.
Il paese di Primaluna ha origini antichissime; basti pensare che i primi insediamenti umani si ebbero quando ancora la Valle era occupata dall’acqua. Più tardi i celti insubri si mescolarono con il precedente popolo retico. Vi giunsero anche i romani, a cui succedettero, con la fine dell’Impero, le popolazioni germaniche dei longobardi prima e dei franchi poi.
Attorno al V secolo d.C. il Cristianesimo giunse in Valsassina e il reperto più antico riguardante questo periodo è una lapide funeraria che nomina una certa Flora morta il 25 aprile 495. Proprio per questo motivo si pensa che il nome del paese possa derivare da “Primum Lumen” ossia, prima luce del cristianesimo. Rimase per molti secoli il centro delle attività religiose valligiane, tanto che nel dialetto locale veniva chiamata “la piev”, chiesa spesso centrale nelle funzioni ufficiali come il battesimo.
Questa supposizione si contrappone ad altre due possibili interpretazioni etimologiche: si potrebbe pensare che il nome derivi dal fatto che il paese è la prima terra posta di fronte all’arco di luna formato dalle Grigne oppure, interpretazione storica, il nome è stato dato in onore di Martino della Torre, detto il Gigante, il quale fu ucciso dai nemici musulmani durante l’assedio di Damasco.
Attorno al XI secolo fu infeudata dall’arcidiocesi milanese ai Della Torre o Torriani, seguendo poi le vicende del resto della Valsassina e del lecchese. Agli inizi del Novecento il Comune registrò un notevole sviluppo economico-sociale che lo portò ad essere così come si presenta ai giorni nostri.
Dimora dei Torriani, conti della Valsassina e famiglia importantissima anche a Milano, Primaluna per il suo stemma non poteva che scegliere una grande torre. Su sfondo blu la grossa torre argentata è merlata di tre alla guelfa con due aste dorate gigliate. Essa è appoggiata su un prato verde che ricorda le pianure erbose del fondo Valle e sovrastata da una mezzaluna montante.
Colori distintivi delle tante frazioni che compongono il paese, e quindi emblemi del borgo stesso, prendono vita grazie anche al grande impegno del gruppo di “Sbandieratori e musici della torre di Primaluna“ ogni anno durante il palio delle frazioni. La gara, tradizionale competizione tra le sei località del paese si svolge nel campo sportivo dell’oratorio dove i cavalieri e i cavalli rappresentano ogni singola frazione con colori caratteristici e competono insieme agli arcieri per cercare l’ambita vittoria. Gonfalone azzurro per Cortabbio, rosso per Primaluna, verde per Pessina, giallo per Gero, nero per Barcone e viola per Vimogno.
fonte italiapedia – sbandieratoriprimaluna