PREMANA – Dalle celebri lame all’equipaggiamento da alta montagna, passando per il Giir e l’Antico… Chi per una ragione, chi per l’altra, tutti (o quasi) conoscono Premana e il suo vasto territorio. Oggi, accantoniamo per un attimo le grandi risorse turistiche ed economiche del paese, per approfondirne storia e stemma nella nostra rubrica settimanale.
Già in tempi antichi gli storici latini Plinio il Vecchio e Strabone parlavano delle numerose miniere di ferro di questa zona; il nome stesso sembra che derivi da Premanum, un avamposto romano popolato dai soldati interessati all’acquisto delle già ricercate lame premanesi. Per altri invece, l’appellativo discenderebbe più semplicemente dalla dicitura “prima dei monti”, in riferimento alla posizione estrema del territorio: pre-montana.
La prima notizia documentata di un forno fusorio del minerale risale al 1253, quando Premana insieme a Pagnona gravitava nell’ambito dei possedimenti dell’arcivescovo di Milano, gestiti dai Della Torre e poi dai Visconti.
L’importanza assunta dal borgo nell’ambito del Ducato di Milano, prima sforzesco e poi spagnolo, fu elevata poiché costituiva, insieme alla Val Cavargna, l’unico centro di estrazione, fusione e lavorazione del ferro, con indubbi interessi anche per la produzione di armi.
Lo sviluppo della attività siderurgica, che favorì anche l’emigrazione di numerosi artigiani verso la Repubblica Veneta, è continuato fino al Novecento, ma è soprattutto dopo il secondo dopoguerra che ha assunto connotati industriali.
A partire da questo periodo, sono nate decine di officine, perlopiù a conduzione familiare (oggi se ne contano più di 150) tutte specializzate nella produzione di oggetti da taglio (forbici e coltelli) che hanno fatto conoscere Premana in tutto il mondo.
Grazie allo sviluppo di queste attività, Premana è uno dei pochi paesi di montagna che ha mantenuto negli anni la popolazione, senza i devastanti effetti dell’emigrazione. Questo dato è garantito anche dalla facilità per i giovani di trovare un buon impiego.
Come scritto nelle notizie storico-statistiche del paese di fine ‘800: “Le miniere di ferro che sin da epoca assai remota si estraevano dalle cave di Valvarrone, Artino e Lareccio erano per Premana e per tutta la Valsassina una fonte di attivissimo commercio. Alla soglia, alle fucine Bellati, al ponte ed all’imbocco di Valmarcia ove si deice Prà dei Forni, vi erano i forni alla stririana per la fusione della vena, esercitati da diversi utenti…Da antichi documenti dell’Archivio Comunale si rileva che sin dal 1253 il forno della Soglia era esercitato dalla ditta Denti di Bellano”.
Lo stemma comunale di Premana, concesso con Decreto del 1965, raffigura in campo azzurro una pala e un piccone d’argento posti in croce di Sant’Andrea ed in primo piano una lanterna accesa, segni inconfondibili dell’importanza delle attività minerarie per la nascita e lo sviluppo del paese.
Altri stemmi rappresentativi del paese sono il triangolo colorato che punta verso il cielo della gara di skymarathon Giir di Mont, il fiocco di neve del coro Nives, le lettere intrecciate contorniate dai loghi sportivi dell’Associazione Sportiva Premana e la cetra su sfondo azzurro del Corpo Musicale San Dionigi.
Paese fortemente legato alle proprie tradizioni, dimostra tutta l’attenzione e l’amore per il territorio con diverse manifestazioni; una delle più celebri è sicuramente “Premana rivive l’antico”, che ogni due anni porta migliaia di visitatori indietro nel tempo, per vivere un’emozione unica e invidiabile.
fonti: Stemmario lecchese – Premanarivivelantico.it