CREMENO – Lanciato sabato sera a Cremeno “Prati Sonori” il nuovo cd del Coro Valsassina diretto da Maria Grazia Riva, alla presenza di molte autorità civili e del parroco don Lucio Galbiati.
Pubblico entusiasta per una serata che ha raccontato i ricordi più belli di un coro al suo cinquantesimo anno di attività. Molte le storie, gli aneddoti, i coristi premiati per le tappe raggiunte nella vita corale, commozione e sorrisi. In prima fila, a festeggiare il coro che rappresenta la Valsassina da cinque decenni, anche il Maestro Giuseppe Scaioli, autore di uno dei brani del nuovo cd, che è stato salutato personalmente da Giovanni Devizzi (uno dei due fondatori rimasti del coro) ricordando che a dare l’ispirazione al Devizzi ed ai suoi fratelli era stato proprio lo Scaioli con il suo Coro Grigna.
All’apertura del sipario sono stati eseguiti cinque brani rappresentativi dei cinque decenni di attività corale, poi un video montato dal corista Mario Capelli, in cui il pubblico ha potuto ripercorrere le esperienze più belle, con le foto d’epoca del Valsassina fino a quelle più recenti, soffermandosi sui dettagli, come le varie divise sociali. La serata è poi continuata con le premiazioni agli enti sostenitori, sindaci e rappresentanti, ed ai membri del coro, dal direttore Maria Grazia Riva, al grafico Simone Pozzoni, e ai coristi che hanno raggiunto i traguardi più importanti, 20 anni di coro (Roberto Pavesi), 25 (Alessandro Mariani), 30 (Donato Testori), 40 (Gerardo Arrigoni), 45 (Silvano Combi), 50 (Giovanni Devizzi e Roberto Locatelli). Sul palco anche le tre collaboratrici Elizabeth Fadel, Camilla Guerra e Cristina Barbini. Premiato infine per il suo lavoro di presentatore, conduttore e addetto stampa Michele Casadio.
Sono quindi cominciate le vendite del nuovo album, “Prati Sonori” che ancora una volta conferma la volontà di questo coro di amare la propria vallata e di volerla portare al pubblico sempre con responsabilità, innovazione e narrazione.
La serata è terminata con le parole del presentatore che ha dato voce a un pensiero di Angelo Manaresi (presidente del C.A.I. nel 1939) che scriveva: “Canzoni divine dell’Alpe, che sanno di patria, di famiglia, di Dio; che hanno a volte il profumo del pane casalingo, il tono acceso dei fiori di montagna. Canti dell’alba e canti del tramonto, canti paesani schietti, semplici, umani, che passano di padre in figlio e scendono, con le acque dei fiumi a dire al piano la gioia e la sofferenza dell’Alpe“.