Sono diversi i temi che si intrecciano in questa intensa pagina dell’inizio del Vangelo di Giovanni.
Riproposta oggi, emerge ancora la meraviglia del Natale: come il Verbo di Dio, cioè il Figlio, che si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Perché “Verbo”?
Quando sentiamo la parola “Verbo” riferita a Gesù non dobbiamo pensare che essa sia come un verbo della nostra lingua; “Verbo”, in questo Vangelo, significa piuttosto parola che esprime un pensiero. un sentimento.
Noi diciamo tante parole: alcune inutili o dannose, altre più significative e necessarie, ed altre ancora che esprimono ciò che di più profondo abbiamo nel cuore, come “amore mio”.
“Verbo” vuol dire che il Figlio è la parola, il sentimento, la persona più grande che c’è nel cuore del Padre, e questo Figlio il Padre lo dona per noi: “Dio ha tanto amato il mondo da dare per noi il suo Figlio unigenito”.
Gesù dunque è la parola definitiva che comprende tutto quello che il Padre vuole dire a noi: per questo Gesù può dire nel Vangelo “Chi vede me vede il Padre”, e la Liturgia può dire “Gesù è la mano che il Padre tende a noi peccatori”.
Dirà Giovanni in una sua lettera:
“ciò che abbiamo sentito, che i nostri occhi hanno visto e le nostre mani hanno toccato: il Verbo della vita, noi lo annunciamo anche a voi”.
C’è una parola che riecheggia nella Liturgia natalizia e che anche noi cantiamo: “apparuit”: “apparve la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini” (S.Paolo).
Apparve come bambino e così si contrappone ad ogni violenza e porta un messaggio di pace.
Insegnerà sì la pace con le sue parole, ma soprattutto sarà Lui la nostra pace, perché si farà carico di ogni nostra divisione o peccato e ci offrirà la misericordia, la riconciliazione e la pace.
Potremmo dire che questo è il sogno del Padre: che tutti gli uomini, e addirittura l’intera creazione, riconciliati con Lui e fra di noi, abbiamo a vivere in una vera e perfetta comunione.
Oggi siamo in cammino su questa faticosa ma straordinaria strada per costruire con Lui il suo Regno, con la certezza che il Signore cammina con noi: se cadiamo ci tende la mano per rialzarci, e ogni cosa buona che facciamo non sarà inutile per costruire il suo Regno.
Don Gabriele
vicario parrocchiale