C’è una parola che esprime bene la festa e il Vangelo di oggi: immergersi. Il segno è l’immersione nelle acque del Giordano, ma questo segno esprime 2 immersioni di Gesù.
1. La prima e più visibile è l’immersione nella nostra umanità.
Gesù, assolutamente innocente, si mette in fila con i peccatori per assumere su di sé il peccato di tutti.
Se fossimo stati noi al posto di Giovanni Battista, chi non avrebbe parlato come lui?
Ma Gesù non è venuto per farsi adorare sul piedestallo della sua divinità e santità, ma per lasciare questa sua grandezza e rivestirsi della nostra umanità, anzi per farsi servo fra noi, e per caricarsi, Lui innocente, di tutto il nostro male.
Quel “liberamente” che diciamo nella Messa al momento della consacrazione, dice che la morte per Gesù non è stata una disgrazia, ma il compimento voluto della sua missione.
Gesù non ha vissuto a caso, come gli capitava: in ogni cosa che faceva, diceva o gli capitava egli aveva ben chiara la sua missione:.
Il Battesimo di Gesù non è una finta e neppure un esempio per noi: è Gesù che conferma la propria volontà: “Ecco io vengo per compiere la tua volontà”.
Al centro di tutto questo non sta tanto la divinità di Gesù quanto piuttosto la sua obbedienza, non sta la sua onnipotenza quanto la croce.
2. Ma questo immergersi di Gesù nella nostra umanità per salvarci nasce dal suo precedente immergersi nella volontà del Padre.
Se la nostra fede è vera, questa è la grande rivelazione del vangelo di oggi: noi siamo nel cuore della Trinità.
È significativo che in questa pagina siano esplicitamente presenti e ricordate le 3 persone della Trinità:
il Figlio Gesù,
lo Spirito sotto forma di colomba,
il Padre che proclama: “Questi è il figlio mio, l’amato”.
La nostra vita, il nostro mondo con tutte le sue vicende, ognuno di noi…. tutto e tutti siamo compresi in questo sguardo di Dio attento, premuroso, desideroso di bene.
Egli non ci impone la sua volontà, ma ce la propone come luce per vivere bene la nostra vita, per poterci riprendere dopo i nostri sbagli, per sostenerci nel cammino verso il suo Regno.
È l’invocazione che rivogliamo al Padre quando diciamo “venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà”.
Nella sua volontà vogliamo collocare liberamente la nostra volontà perchè si realizzi, anche per mezzo nostro, il suo Regno.
Don Gabriele
vicario parrocchiale