DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA



Ci sono dei Vangeli che non sono stati scritti ma testimoniati nel silenzio da Gesù: così è ad esempio il Vangelo del lavoro e quello della famiglia come oggi ricordiamo. La Liturgia ci propone oggi la famiglia di Gesù per onorarla e per prenderne esempio.

Ma come era la Sacra Famiglia? Dal Vangelo emergono: normalità: il pellegrinaggio, la preoccupazione per lo smarrimento di un figlio; ma anche “un di più”: il voler compiere la volontà di Dio: c’è in Gesù, ma anche in Maria e Giuseppe che rispettano anche se non capiscono.

In questo Vangelo possiamo considerare 3 momenti. Il ritrovamento di Gesù: “Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.

La missione di Gesù prevale sulla sua appartenenza alla famiglia umana. A questo modo Gesù afferma il limite dell’autorità dei genitori: non sono padroni dei loro figli. Ma subito dopo: “Tornò a Nazaret e crebbe loro sottomesso”.

Non è un rimangiarsi la parola o un chiedere scusa per essersi trattenuto nel tempio.

Questo suo tornare a Nazaret con Maria e Giuseppe e crescere loro sottomesso è l’affermazione della loro autorità.

A questo modo la volontà di Dio ci appare non solo come il limite, ma anche come il fondamento dell’autorità dei genitori. Di Maria, e così si può immaginare di Giuseppe, si dice che “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”.

Educato da questi genitori “Gesù cresceva in età, sapienza e grazia”.

Non c’è è parola più grande che il Vangelo ci dice sul valore dell’opera educativa dei genitori L’esempio della sacra Famiglia vale anche per le nostre famiglie in cui a volte si è spento l’amore, i figli si allontanano per altre strade, la preghiera e la fede non sono più condivise?

Sono certamente situazioni di grande difficoltà e lontananza dall’esempio della famiglia di Gesù.

Eppure crediamo che qualche piccolo passo è sempre possibile: magari da soli perché non è condiviso, nel silenzio, nella preghiera, nel sacrificio.

Piccoli passi sono le parole che Papa Francesco ricordava: per favore, scusa, grazie; parole che possono aprire un cammino insperato.


Don Gabriele
vicario parrocchiale

 

 

 

 

 

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