“POCHI MA BUONI” AL PRESIDIO PREMANESE CONTRO LE CENTRALI IDROELETTRICHE. E SPUNTANO ANCHE I CARABINIERI



PREMANA – I commenti “acidi” si sono sprecati, tra la zona del Varrone e il paese delle lame, intorno al ‘flash mob‘ contro lo sfruttamento delle acque da parte delle società dell’idroeletrrico promosso sabato dalle associazioni ambientaliste.

Erano pochi, una ventina in tutto” han detto i difensori delle centrali, “pochi ma buoni” la replica dei presenti – deludente in effetti la partecipazione dei premanesi, valutabile in meno di dieci unità. Accanto a loro, addirittura i Carabinieri giunti da Casargo e dislocati in zona per tutta la durata della non breve manifestazione. “Li ha chiamati il Comune” ironizzava qualcuno, mentre il leit motiv del “Solo a Premana” echeggiava e diversi ecologisti non del posto sottolineavano come in effetti a iniziative come questa non si noti mai la presenza delle forze dell’ordine.

La “protesta dei pesci di fiume” sul Varrone faceva parte di una iniziativa nazionale con 100 sit-in e flash-mob su fiumi e torrenti italiani. “Varrone a Premana, un’area disastrata – così la descrive il WWF Lecco presente a Premana – da strade arginali, centraline idroelettriche, scarichi inquinanti, scavatori in alveo, dissesto idrogeologico, che hanno portato alla scomparsa di ogni forma di vita in un fiume che era, fino a pochi anni fa, ricco di trote, di anfibi, di biodiversità“.

I risultati li abbiamo visti con i disastri che lo scorso giugno hanno portato alla tracimazione della diga di Pagnona, costringendo la Prefettura a evacuare buona parte dell’abitato di Dervio. I danni che facciamo all’ambiente prima o poi li paghiamo con gli interessi. GRAZIE agli alpigiani che difendono il Varrone: dal Comitato Salviamo i nostri Torrenti all’Associazione Alpe Rasga, a tutti i premanesi che hanno a cuore il loro territorio“.

Quello che abbiamo fatto sabato assume grande rilievo per il fatto che ci sentivamo in unione ideale con altre 98 località del Nord Italia nelle quali in contemporanea si manifestava per lo stesso motivo” – dichiara a VN Roberto Tenderini, rappresentante dell’Alpe Rasga e sostenitore de comitato ‘Salviamo i torrenti’.

RedAmb

 

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