MILANO – Durissimo il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) sulla vicenda dei corsi d’acqua sfruttati per il business dell’idroelettrico: “Il Torrente Varrone a Premana trasformato in una pietraia. Necessario difendere i pesci di fiume e dire basta alla dighe elettriche. Non possiamo permetterci di distruggere il nostro eco-sistema, semplicemente perché non ne abbiamo uno di riserva, una volta che questo sarà stato distrutto, distruggeremo anche la nostra vita“.
“Bisogna scrivere al Ministero dell’Ambiente con richiesta di bloccare i progetti per la costruzione di nuove dighe finanziate dal cosiddetto “decreto Rinnovabili”. Infatti – spiega il presidente dell’Associazione Codacons, Marco Maria Donzelli – l’applicazione del decreto porterebbe ad un modesto incremento di produzione di energia elettrica ma a scapito dei pesci del fiume. Inoltre verrebbero devastati gli ecosistemi fluviali, con gravi conseguenze per la flora e la fauna“.
Si evidenzia poi che i piccoli impianti idroelettrici, seppur numerosissimi (erano all’incirca 1200 nel 2009, 2000 nel 2014 e 3000 nel 2017), che oramai interessano come nuove installazioni o domande ogni torrente fino sotto le sorgenti, “producono solo il 6% della energia da fonte idraulica, lo 0,7 % della energia elettrica e lo 0,2 % dei nostri consumi totali di energia“.
In particolare, la specie denominata comunemente Scazzone in Italia è minacciata soprattutto dalle opere di regimazione dei corsi d’acqua e dalla diminuzione delle portate oltre che dall’inquinamento. L’impegno per la biodiversità citato più volte dal governo italiano deve tradursi in fatti concreti anche con azioni come questa, a tutela degli ecosistemi acquatici e dei loro abitanti.
Il Codacons invierà una diffida al Ministero dell’Ambiente con richiesta di bloccare i progetti per la costruzione di nuove dighe finanziate dal cosiddetto “decreto Rinnovabili“.
RedAmb