Buongiorno,
si parla ormai da settimane di Coronavirus, e siamo entrati dal week end scorso in una sorta di “panico collettivo” incredibile: non è di questo aspetto che voglio parlare, già troppo discusso, chiacchierato, rivisitato anche da persone inesperte o pressapochiste che rischiano di minare la stabilità emotiva e la serenità del paese.
Voglio portare un messaggio di positività dalla nostra Rsa, Casa Sant’Antonio (Barzio), di cui vado orgogliosa in questo momento: stiamo lavorando bene, aderendo con fermezza alle normative Regionali e Nazionali e seguendo i protocolli di Nuova Assistenza e (fondamentale!) parlando tra noi, confrontandoci su argomenti sanitari ma anche di carattere emotivo, psicologico, sociale. I parenti degli ospiti stanno rispondendo con intelligente consapevolezza al “suggerimento” di rimandare le visite o di venire a trovare il proprio congiunto in orari e modalità che tutelino l’ospite. Sono stati tutti contattati per spiegare la situazione, senza allarmismi ma cercando di trasmettere il senso di doverosa protezione che la nostra Responsabilità Professionale ed etica ci porta ad avere.
È stata aperta la possibilità di chiamare il cellulare degli infermieri o quello amministrativo: nel primo caso per essere rassicurati sulla condizione clinica dell’ospite, nel secondo per avere sempre la possibilità di essere messi in contatto con il proprio congiunto. Il risultato di tutto questo è che gli ospiti sono sereni, non c’è agitazione “da coronavirus”: si sentono tutelati e protetti. Nessuno degli operatori, pur avendo dubbi, domande, fragilità individuali, ha fatto vincere la paura: rispettano tutti i propri turni in Rsa, comprendendo che con la giusta attenzione alle norme sanitarie si può lavorare serenamente e che se mancassero creerebbero un disagio ai colleghi e agli ospiti.
Cordiali saluti,
dott.ssa Veronica Bonicalzi
Direttore di struttura