BARZIO SOTTO LA CUPOLA. MASCHERINE, SERRANDE ABBASSATE E POCHE CHIACCHIERE, MA C’È VOGLIA DI REAGIRE



BARZIO – Nelle prime ore di “zona protetta” Barzio non è deserta ma si percepisce prudenza e senso di responsabilità. Botteghe semichiuse, negozianti con guanti e mascherine, soprattutto nessun capannello, chi si muove a piedi ha le borse della spesa e chi passa in auto viene fermato dalla polizia locale.

Abbiamo fatto un giro questa mattina nel borgo valsassinese che più di tutti nei giorni scorsi ha vissuto ai limiti delle buone prassi per contenere il Coronavirus (e perché ci consentiva di non prendere l’auto e ottemperare alle restrizioni da zona rossa).

Il paese non è nemmeno il lontano parente di come appariva nel fine settimana, preso d’assalto da turisti a passaggio nelle vie pedonali o accalcati per gli acquisti. Due giornate di cui oggi si parla con qualche preoccupazione.

Per iniziare gli alimentari sono aperti, e cosa più importante lo resteranno per tutto il mese e puntualmente riforniti. Anche se far rispettare le regole non è facile neppure oggi: “Ho già perso una cliente – ci racconta un anziano commerciante -, sono entrati in cinque e il posto è piccolo, gli ho fatto notare che non ci stavano e la risposta è stata che il pane lo compreranno altrove. Ieri sono arrivati tre marocchini: uno è entrato e due son rimasti fuori, il cartello quindi si capisce” si è sfogato.

Chi si occupa d’altro è più combattuto e comprensibilmente preoccupato: la pelletteria e il negozio di dischi non hanno nemmeno aperto, il barbiere non ha iniziato la giornata mentre la parrucchiera deciderà di non riapre dopo pranzo. Una via di mezzo quella scelta dal negozio d’elettronica: serranda a metà altezza e luci spente, per necessità telefonare o mandare una mail.

E se per il pub non c’è proprio speranza, i ristoranti lavorano almeno per il pranzo di qualche cliente abituale e chi ne ha possibilità la sera propone il servizio take away. Mentre nei bar, dove nel weekend c’è stata qualche multa, ora la ressa non è più un problema, per quanto tenere aperto senza clienti non infonde morale. Discorso a parte per la pizzeria d’asporto, chiusa per ferie già da una settimana e che di problemi al momento non ne ha.

Incognita infine sui negozi di abbigliamento e articoli sportivi che si affacciano sulla piazza. Oggi sono aperti ma, anche in vista di nuove decisioni in Regione, potrebbero prendere l’iniziativa di chiudere per qualche giorno.

Nel frattempo la polizia locale passa e osserva, fa mantenere le distanze a chi chiacchiera sulle panchine e ferma gli automobilisti. Con questi ultimi scatta il modulo per motivare lo spostamento (eccolo qui, se dovete mettervi in auto potete compilarlo in anticipo e tenerlo a portata di mano).

Così Barzio, il quadro è vero non è entusiasmante ma in tutti c’è la convinzione che con questo isolamento si possa debellare l’epidemia e dunque si è accettata la sfida, anche da parte di chi deve affrontare una chiusura forzata, un sacrificio che sarà un aiuto importante alla comunità.

Raccontateci anche la vostra esperienza scrivendo a info@valsassinanews.com.

Cesare Canepari

 

Restare in casa è oggi più un ordine che un consiglio. Eccezione è uscire per acquistare generi alimentari e di prima necessità e poiché gli over 65 sono le persone più a rischio, Ats e Comune hanno raccolto la disponibilità dei negozi che effettuano la consegna a domicilio. A questo link le informazioni per quanto riguarda Barzio, ma la procedura è attiva in ogni Comune e si sta informando la cittadinanza tramite gli appositi canali istituzionali.

 

 

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