PONTE “FANTASMA” IN VAL BIANDINO: PRIMI AVVISI DI GARANZIA?



INTROBIO – In corso di verifica (non semplice vista la situazione di semi chiusura anche degli uffici del Palagiustizia lecchese) la notizia dell’emissione di alcuni avvisi di garanzia nell’ambito dell’indagine dei Carabinieri Forestali successiva alla posa – priva di qualunque tipo di autorizzazione e collaudo – del ponticello “fantasma gettato sulla Troggia nei pressi della Bocca di Biandino, avvenuta nel pieno dell’estate dello scorso anno.

Come noto, sarebbero state ignorate nell’occasione le tante normative in ambito urbanistico, ambientale, paesaggistico e quant’altro: “Reticolo Maggiore” con relative autorizzazioni in Regione, ‘RER‘ – Rete Ecologica Regionale e ancora latutela del cosiddetto Geosito (tutelato da Legge Regionale del 15 gennaio 2011). Inoltre, ma non ultimo, doveva essere effettuato un regolare collaudo, che a quanto pare invece sarebbe in corso di effettuazione o comunque avrebbe avuto luogo ben dopo  l’entrata in funzione del pur pregevole ponticello nei pressi di un noto rifugio del posto.

Secondo quanto si apprende, gli avvisi di indagine in corso avrebbero raggiunto alcuni soggetti, tutti introbiesi – non è noto se solo imprenditori o anche amministratori. La vicenda fin dall’inizio è stata connotata da molta fumosità, una “nebbia” dalla quale l’unica certezza è che l’intera operazione sia stata compiuta in totale spregio delle leggi in materia.

L’opposizione in consiglio comunale ne ha chiesto conto al ‘governo’ di Villa Migliavacca, con l’interpellanza riportata di seguito:

Risposta (agosto ’19) del sindaco Airoldi: il Comune ufficialmente non ne sa nulla, dopo la segnalazione “ha mandato vigile e tecnico comunale a vedere il ponte”. Il primo cittadino ha dato anche dei “malfattori” a quanti hanno agito in quel senso. “Chiunque sia stato si prenderà le responsabilità di quanto ha fatto” ma il borgomastro ha pure affermato che quel ponticello svolge un ruolo importante, per la sicurezza dei bambini eccetera eccetera. E “chi vi ha messo mano lo ha fatto solo per migliorare la sicurezza”.

Nel giro di 7/8 mesi, Mentre a Introbio calava la nebbia sul caso, altrove vi si lavorava. Arrivando a quanto pare a prime azioni a carattere giudiziario ma – per ora – senza provvedimenti specifici e senza che un’udienza preliminare sia stata fissata in Corso Promessi Sposi.

RedCro

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