Chiudete gli occhi per un istante e viaggiate con l’immaginazione. Percorrete i nostri boschi, i nostri sentieri, viaggiate tra gli abeti, c’è quello bianco e quello rosso, poco più in la c’è un acero e quasi attaccato una betulla bianca.
In fondo al bosco si intravede un carpino bianco e non poteva mancare l’imponente castagno con la sua chioma, anche il faggio non scherza nemmeno il frassino. Larici, ontani e pini sono lì che ci guardano, ma il gioco è non aprire gli occhi, giocare con la fantasia. Quante volte in questi anni li saremo passati accanto quasi senza vederli e oggi che un virus ci costringe a stare a casa li ricordiamo e riconosciamo con la nostra mente.
C’è perfino il pino mugo, quello che Mauro Corona nomina nei suoi libri e che Maurizio Crozza interpreta alla perfezione, il rovere viene mosso dal vento e il tiglio ci regala il suo profumo.
Quanto è bella la nostra Valsassina e quanti regali ci fa la natura, anche nei prati e nel sottobosco, con l’anemone, i campanellini, le campanule e che dire del ciclamino delle Alpi.
Non aprite gli occhi, continuate a passeggiare nei prati tra l’erba regina, i fiordalisi e le genziane, passando accanto ai gigli e alle margherite.
In alto quasi vicino alla vetta vedete per caso la minuartia delle Grigne o la primula? Ci sono anche il narciso selvatico e le orchidee, la viola e la vedovella, ma ora che l’avete vista potete aprire gli occhi e pensare che tutto andrà bene, perché li ad aspettarci c’è la stella alpina, pronta a riceverci e a sorriderci quando tutto sarà finito e finalmente la natura e i valsassinesi si ritroveranno in pace e armonia come è sempre stato.
Fer