I Vangeli della nostra Quaresima ambrosiana sembrano un crescendo della rivelazione di Gesù.Giungiamo così al Vangelo di oggi, la risurrezione di Lazzaro, di cui Gesù ne dice apertamente la finalità: “perché voi crediate”. Se cerchiamo di entrare nell’animo di Gesù vi troviamo due sentimenti:
il sentimento umanissimo dell’amicizia; “guarda come lo amava!”, e la fede nel Padre che si manifesta nella preghiera di lode e di ringraziamento. Anche se ogni miracolo è oltre le leggi della natura e quindi delle nostre capacità umane, la risurrezione di Lazzaro è forse il miracolo più grande operato da Gesù.
Il suo dialogo con Marta e la preghiera di ringraziamento al Padre rivelano che per Gesù il miracolo doveva essere una prova di credibilità nella sua persona.
Infatti, in altra parte del Vangelo, Gesù dirà: “Se non credete alle mie parole, credete almeno alle mie opere”.
Eppure, anche il miracolo più grande non basta a suscitare la fede nella sua persona: “alla vista di ciò che era accaduto molti cedettero in Lui” “ma altri andarono a riferire ai farisei”.
Per un credere che sia anche fiducia nella persona di Gesù, occorre un atteggiamento di onestà e non di pregiudizio.
Anche il dialogo con Marta rivela una mescolanza di fede e di dubbio da parte della donna tanto che Gesù le dice: “Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?”.
Ci riconosciamo anche noi in questa mescolanza di sentimenti in Marta, specialmente in questi giorni in cui siamo provati da questa epidemia virale.
Inondati ogni giorno da numeri di ammalati e di morti, da situazioni precarie di ospedali e di personale curante, di divieti e di restrizioni, sembra che la preghiera sia una cosa astratta: giusto l’ultima spiaggia.
Vorrei essere preso per mano e condotto nel campo dell’invisibile: quello della fede, della preghiera, di un Dio vicino, di un Gesù che si commuove e piange, di un Padre che ascolta ed esaudisce.
E vorrei non perdere la mano di chi, benché umile e onesto, fa fatica a credere, specialmente se colpito dalla morte di una persona cara, come Marta e Maria.
“Lazzaro, vieni fuori!”: Signore, questo ordine lo puoi gridare solo Tu, ma “scioglietelo e lasciatelo andare” lo dici a noi: fa che non abbiamo a dimenticare mai il dovere di prenderci cura gli uni degli altri.
E non permettere che profaniamo questa occasione di sofferenza e di salvezza piegandola ai nostri fini personali, come la profezia di Caifa e i propositi dei farisei.
Don Gabriele vicario parrocchiale