INTROBIO PLAUDE ALLA SANIFICAZIONE DELLE STRADE E POLEMIZZA CON LECCO CHE NON FA ALTRETTANTO. MA C’È CHI DICE NO….



INTROBIO – Attuata nei giorni scorsi la “sanificazione” delle strade del centro di Introbio, con la partecipazione di una ditta specializzata e l’apporto di un paio di volontari del posto.

Grande clamore sui social (da cui sono tratte le immagini presenti in questo articolo), con persone che si spingono a definire il sindaco “persona di PRIM’ORDINE” per la “totale dedizione al suo paese“. Altri attaccano il Comune di Lecco che invece ha scelto di NON procedere ad analoga sanificazione.

L’ex assessore di Palazzo Bovara Ezio Venturini – “cacciato” qualche mese fa dalla giunta Brivio – ad esempio afferma che “una pulizia è sempre necessaria solo che per scelta (che non condivido assolutamente) il Comune di Lecco non lo vuole fare“.

Il tema dunque è “caldo” ma certo non solo in Centro valle o nel capoluogo lecchese. pressoché in tutta Italia si discute della questione sanificazione sì/sanificazione no. E sono frequenti i casi (vedi link a fondo pagina) in cui questo genere di interventi viene negato in quanto appunto potenzialmente pericoloso.

Tornando a Lecco, in realtà la città ha provveduto sì a sanificare, ma non le strade – bensì gli uffici pubblici [qui l’articolo da Lecco News].

In materia si è espressa anche l’ATS della Brianza, con la lettera che pubblichiamo di seguito:

> Parere sulla sanificazione delle strade comunali per emergenza COVID

Quale il senso del parere dell’autorità sanitaria? Sostanzialmente, non c’è la certezza che la sanificazione delle strade sia efficace e dunque necessaria e non sussiste nemmeno una indicazione da DPCM in  materia (se non per i mezzi di trasporto pubblici).

Al contrario, l’ATS raccomanda di evitare l’utilizzo di prodotti chimici diversi dai comuni detergenti. Perché? Lo spiega bene il capo della Protezione Civile della Valle d’Aosta Pio Porretta in un articolo da La Stampa: “Non vi è evidenza scientifica sull’efficacia dell’utilizzo di ipoclorito di sodio, componente principale della candeggina, impiegato all’aperto, in modo massivo, sui manti stradali, per il contrasto alla diffusione del COVID-19” e anzi, un’operazione del genere potrebbe rivelarsi perfino dannosa: “Nel tempo potrebbe condurre alla contaminazione delle acque di falda, direttamente o attraverso i suoi prodotti di degradazione“.

“Se si trattasse di un intervento utile, ce l’avrebbero fatto fare diciamo così ‘dall’alto’ ” commenta un sindaco valsassinese, ma sul nostro territorio risiede e ha operato a lungo un super esperto della materia come il professor Carlo Signorelli – tra i massimi esperti di igiene in Italia, già primo cittadino di Perledo e presidente della Comunità Montana. Che alla domanda postagli da VN risponde senza mezze misure: “Se questo tipo di sanificazione, quello delle strade, può essere addirittura controindicato, per le falde acquifere? Sì“. In una recente intervista a un periodico, lo stesso Signorelli precisava: “Esiste un documento ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità che spiega come il lavaggio e la disinfezione delle strade non solo non è di provata efficacia, ma può inquinare chimicamente le falde acquifere e l’ambiente circostante”.

Il dibattito insomma è aperto: da una parte chi per non rischiare effettua comunque il lavaggio “sanificante delle strade – e Introbio non è sola in questa ‘battaglia’; dall’altra il mondo scientifico guarda con sospetto all’operazione e indica come intervenire per evitare di ottenere più danni che vantaggi.

RedInt

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LINK UTILI:

> DA “LA STAMPA”


Intervista a carlo Signorelli:

Come ridurre il contagio in casa

> LA SCHEDA DEL ‘SALVAGENTE’

 

 

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